CPIA, una scuola per adulti ad alto rischio Covid

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comunicato SISA –  Ancorché un considerevole apparato di norme giuridiche assimili i CPIA all’istruzione obbligatoria, è evidente che, essendo frequentabili da persone tra i 16 e i 18 anni e da tutte e tutti i maggiorenni di ogni età, i rischi per la diffusione del Covid afferenti a tali istituzioni scolastiche sia elevatissimo.

Soprattutto nei grandi centri urbani, ma in egual modo in quelli più piccoli, i corsisti del CPIA, tanto dei corsi di alfabetizzazione, quanto di quelli di scuola secondaria, vivono e lavorano nei luoghi più disparati, nonché prendono i più svariati e numerosi mezzi pubblici per raggiungere la scuola, venendo a contatto ogni settimana con un numero considerevolmente elevato di persone, moltiplicando la loro esposizione in ciascun spostamento. La tipologia dei corsisti dunque e la loro quotidianità concorrono a una esposizione al rischio pandemico di enorme rilevanza.

Ne consegue che i CPIA non possano in alcun modo essere assimilati ad altri ordini di scuole e debbano invece, per le ragioni sopraespresse, rimanere in modalità di Didattica Digitale Integrata e Didattica A Distanza, perché l’alternativa sarebbe esporre discenti, docenti e personale ATA ad un enorme rischio sanitario.

Solo in condizioni di ripristinata sicurezza sanitaria, ovvero superata ogni disposizione emergenziale, i CPIA potranno garantire il ritorno alla modalità in presenza. È pertanto necessario che il MIUR intervenga tempestivamente e con norme specifiche per tutelare studenti e lavoratori del CPIA.

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