Covid, Vaia: “Se un bambino è sintomatico non va a scuola. Mettiamoci la DaD alle spalle”
“Stiamo cercando di metterci alle spalle un momento difficilissimo, dobbiamo andare avanti. Io sono contrario alle mascherine, lo ero anche prima del mio ruolo attuale. Smettiamo di fare della pandemia uno strumento politico. Ormai la stragrande parte della popolazione aspetta azioni concrete: prudenza, attenzione, ma mettiamoci alle spalle la Didattica a distanza (Dad), mai più. Mai più se possibile le mascherine e, lo diciamo da anni, avviamo la ventilazione meccanica nelle scuole. Consideriamo gli italiani un popolo maturo. Noi puntiamo su prudenza, attenzione e responsabilità”.
Lo ha detto il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia, intervenendo all’evento ‘Una nuova coalizione per la salute respiratoria – L’International Respiratory Coalition (IRC) si presenta in Italia’, in corso a Milano.
“Vado speso in America per motivi familiari – ha proseguito Vaia – Due anni fa, in base a quello che dicevano Cdc e Fda si faceva il tampone se si avevano sintomi e si era liberi dopo 5 giorni dalla positività. La cosa più importante richiesta era il ‘contact-tracing’, sistema che in Italia è fallito perché da noi non si è puntato sulla responsabilità delle persone”.
“Domani faremo un incontro tra ministeri Salute e Istruzione per riprendere le fila del discorso” sulla prevenzione Covid “ma la prima regola è che i bambini se sono sintomatici non devono andare a scuola. Questo significa fatica, la fatica di responsabilizzare. Noi puntiamo su prudenza, attenzione e responsabilità. Il mio impegno è continuare questo lavoro fatto da chi mi ha preceduto e, se possibile, potenziarlo“.