Covid, Palù (Aifa): “Per i ragazzi rischio basso ma bisogna vaccinare tutti”

“Dai 12 ai 15 anni il rischio di ammalarsi” di Covid-19 “è basso. L’importante è coprire la totalità della popolazione in età più a rischio, per poi passare gradualmente ai più giovani”. Lo sottolinea in un’intervista a ‘Il Mattino’ Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa, nel giorno in cui si aprono le prenotazioni per le vaccinazioni a tutte le fasce d’età.
“Credo che possiamo guardare la realtà con ottimismo – spiega il docente emerito di microbiologa e virologia dell’università di Padova – Siamo, secondo gli ultimi dati ufficiali, arrivati a un totale di oltre 35 milioni e mezzo di dosi di vaccini somministrati. Considerando che, in oltre 12 milioni di vaccinati, siamo alla seconda dose, pari al 20,69% degli italiani, credo ci si avvii a una buona copertura dal contagio del virus. Con la copertura del 75% della popolazione che va dai 60 anni in su, il rischio di ammalarsi si è ridotto. E questo obiettivo si allargherà in maniera progressiva, coprendo anche sempre più percentuali della popolazione che ha superato i 50 anni“.
“Certo, resta il problema delle varianti“, precisa Palù. “Considerando che procediamo con celerità nel piano vaccinazioni, dobbiamo sempre tener conto della contagiosità maggiore delle varianti, come l’indiana e la tailandese. Anche sulle varianti, il rischio è minore per bambini e adolescenti. Ma possiamo affermare pure che, dopo 15-20 giorni dal vaccino, il rischio diminuisce anche per gli over 60“. Tuttavia “va detto che ci avviamo verso la stagione estiva che aiuta nella minore diffusione del contagio“. L’esperto conferma infatti che, nella lotta al coronavirus Sars-CoV-2, il caldo aiuta.
“Come lo scorso anno: da maggio a settembre – ricorda – le radiazioni dei raggi ultravioletti, insieme con l’aria più tersa e le temperature più alte e con l’attività prevalente all’aperto, rendono meno probabile la trasmissione del virus“.