Covid, Meloni denuncia: in Italia il record di misure restrittive, ma pure di morti e contagi. Anief: è vero, informazione corretta e prevenzione sono più efficaci della coercizione, ora attendiamo Corte Costituzionale e Corte di Giustizia UE

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto che l’Italia sul Covid ha adottato le misure più restrittive dell’occidente che però non hanno impedito i risultati peggiori in termini di morti e contagi. Pertanto, qualcosa non ha funzionato. Di conseguenza, il nuovo Governo non intende replicare quel modello.
Per Anief ha pienamente ragione: “l’informazione corretta, la prevenzione e la responsabilizzazione sono più efficaci della coercizione”, dice oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato della scuola.
“A questo punto – ha commentato ancora Pacifico – aspettiamo con serenità l’esito del giudizio della Corte costituzionale, presso la quale ci siamo costituiti, oltre che della Corte di Giustizia europea a cui ci siamo rivolti per avere giustizia: il nostro obiettivo è provare quella verità che sulla gestione del Covid e delle vaccinazioni obbligatorie ci è stata preclusa. I tre governi italiani che si sono succeduti in tempo di Covid hanno discriminato tantissimi cittadini e dipendenti andando a violare diversi articoli della Costituzione a partire dall’1 e 2 – dice ancora Marcello Pacifico -, perché, grazie anche all’ufficio legale Anief, la Corte Costituzionale, oltre a dare parere favorevole alle sentenze n. 101 e 202 del Tribunale di Brescia, ha chiesto spiegazioni e indotto alcuni ordini professionali a revocare le sospensioni precedentemente ordinate. Per questo, sull’obbligo vaccinale il nuovo Esecutivo non deve assolutamente commettere l’errore dei passati governi”.
Anief ricorda che è stato l’unico tra i sindacati rappresentativi dei lavoratori a denunciare le scelte politiche che non hanno tutelato la salute del personale scolastico e ne hanno compresso diritti inalienabili: l’iter giudiziario è ancora da riparare nei tribunali grazie ai ricorsi patrocinati sempre da Anief.
LE ORDINANZE
Il dispositivo della Corte Costituzionale ha dichiarato “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale, per contrasto con il dettato degli articoli 2 e 3 della Costituzione, dell’art. 4-ter, comma 3 del decreto-legge n. 44/2021 conv. dalla legge 28 maggio 2021, n. 76 nella parte in cui nel prevedere che «Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati» esclude in favore del personale di cui al comma 1, lettera c) dell’art. 4-ter citata disposizione, nel periodo di disposta sospensione, l’erogazione dell’assegno alimentare previsto dall’art. 82 del decreto del Presidente della Repubblica n. 3/1957 per contrasto con i principi di ragionevolezza e di proporzionalità,
di cui all’art. 3 della Costituzione, anche in riferimento alla violazione dell’art. 2 della Costituzione”.