Covid, mascherine in spazi chiusi e smart working se il quadro peggiora: la circolare del Ministero della Salute
“Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SARS-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”: così il Ministero della Salute nella circolare del 29 dicembre invita il Paese a prepararsi i caso di peggioramento del quadro epidemiologico.
L’utilizzo di mascherine – si legge nella circolare -è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si
documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave.
Analogamente, nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti.
Risulta importante inoltre “garantire un’adeguata ventilazione negli ambienti chiusi è una misura fondamentale per ridurre il rischio di trasmissione del SARS-CoV-2 e di altri virus respiratori”.
Le mascherine, dunque, in caso di peggioramento del quadro epidemiologico potrebbero essere nuovamente obbligatorie a scuola in quanto luogo chiuso.
Nella circolare il Ministero della Salute indica il soggiorno in ambienti chiusi (comprese le scuole) durante i mesi invernali tra i fattori che contribuiscono a rendere incerte l’evoluzione epidemiologica e le ricadute sul sistema sanitario in termini di domanda di assistenza.
Meloni: responsabilizzare cittadini
“Sul Covid, il modello restrittivo adottato in passato non ha funzionato, come stiamo vedendo anche in Cina. La mia idea è che si debba lavorare sulla responsabilizzazione dei cittadini e sulla prevenzione, piuttosto che sulla privazione delle libertà. E intendo continuare così anche in futuro“, ha scritto su Telegram la premier Giorgia Meloni.