Covid, lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 dicembre. Cosa significa e le sue ripercussioni
Via libera al decreto green pass. Tra le misure approvate anche la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre.
Cosa significa lo stato di emergenza
Lo stato di emergenza può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia. Può essere dichiarato anche in caso di gravi eventi all’estero nei quali la protezione civile italiana partecipa direttamente.
Il Codice della Protezione Civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018), ridefinisce la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale, portandola a un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi.
Il Consiglio dei ministri può deliberare lo stato di emergenza nazionale, senza necessità di passare per il Parlamento, per gli eventi calamitosi di tipo C. In Italia, infatti, tali eventi sono classificati in 3 tipi in base a estensione, intensità e capacità di risposta del sistema di protezione civile: il tipo A prevede una direzione degli interventi a livello comunale, il tipo B a livello provinciale e regionale, il tipo C a livello nazionale.
Lo stato di emergenza può essere dichiarato dal Consiglio dei ministri anche come misura preventiva, ovvero “al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia”. Può inoltre essere dichiarato in caso di “gravi eventi all’estero nei quali la Protezione civile italiana partecipa direttamente”.
Lo stato d’emergenza, per far fronte alla crisi sanitaria causata dal Covid, è stato deliberato per la prima volta dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 dal governo dell’allora premier Giuseppe Conte. Successivamente lo stato d’emergenza è stato sempre prorogato, in ultimo nel decreto Riaperture di aprile, fino al 31 luglio 2021. Ora la proroga fino alla fine dell’anno.
Lo stato d’emergenza nazionale, come previsto dall’articolo 24 del decreto legislativo 1/2008, non può superare i 12 mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi. L’attuale stato d’emergenza, dunque, è prorogabile massimo fino al 31 gennaio 2022.
Allo scadere dello stato d’emergenza, se non sono necessarie o possibili ulteriori proroghe, viene emanata un’ordinanza “di chiusura”, che disciplina e regola il subentro dell’amministrazione competente in via ordinaria e quindi il ritorno alla normalità.
Lo stato d’emergenza attribuisce al governo e alla Protezione civile dei “poteri straordinari” o “speciali”. Per l’attuazione degli interventi si provvede in deroga a ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico. Vengono inoltre snellite le procedure di approvazione di leggi e decreti.
Con la delibera dello stato d’emergenza, il Consiglio dei Ministri stanzia una somma iniziale per realizzare i primi interventi necessari. Per lo stanziamento di altre risorse si dovrà passare per un’ulteriore delibera, che dovrà tenere conto di una ricognizione realizzata dai commissari delegati su quanto sia utile per affrontare l’emergenza.
Da quando si è entrati in stato d’emergenza per l’emergenza Covid sono state disposte misure come le zone rosse, l’obbligo delle mascherine all’aperto (poi decaduto il 28 giugno 2021), il distanziamento sociale. Tra gli altri provvedimenti, inoltre, è stato incentivato il ricorso allo smart working per le aziende.
Con lo stato d’emergenza nazionale, il governo, inoltre, può ricorrere ai Dpcm, decreti del presidente del Consiglio dei ministri, che non passano attraverso l’approvazione parlamentare. Anche se l’esecutivo guidato da Mario Draghi, diversamente dal precedente guidato da Giuseppe Conte, ha preferito intervenire attraverso decreti legge, soggetti alla conversione in legge del Parlamento.
Con la proroga dello stato d’emergenza vengono mantenuti in funzione gli organismi istituiti per far fronte alla pandemia, a partire dal commissario straordinario e dal Cts, Comitato tecnico scientifico.
Lo stato d’emergenza ha inoltre permesso l’adozione nel settore privato dello smart working semplificato, cioè senza la necessità dell’accordo individuale tra azienda e lavoratore. Procedura semplificata che, a prescindere dalla proroga o meno dello stato d’emergenza, andrà avanti fino al 31 dicembre 2021.
Allo stato di emergenza sono legati anche provvedimenti che riguardano il mondo della scuola come la didattica a distanza e alcune disposizioni lavorative nel caso di classi scolastiche in quarantena.