Covid, l’infettivologo Zona: “Vacciniamo gli adolescenti per farli tornare a scuola e raggiungere l’immunità di gregge”

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Sul quotidiano “Domani”, intervento dell’infettivologo, Stefano Zona, medico che lavora all’AUSL Modena. È davvero importante vaccinare gli adolescenti contro SARS-CoV-2?

La risposta è sì e per tre ragioni fondamentali. Innanzitutto, i dati sulle vaccinazioni effettuate sulla fascia 12-15 hanno mostrato un’efficacia pari a quella della popolazione adulta nel prevenire la malattia, con analoghi effetti indesiderati lievi o moderati risoltisi dopo alcuni giorni dalla vaccinazione.

In secondo luogo, come le ricerche dimostrano, anche i giovanissimi hanno vissuto gli effetti clinici di Covid-19, compreso il cosiddetto “long covid”. Oltre alla valutazione del rischio di malattia severa e morte (sappiamo che il rischio per loro è bassissimo), occorre infatti considerare le conseguenze dell’ospedalizzazione, della perdita di giorni di scuola per i ragazzi e di lavoro per i genitori.

Inoltre, le conseguenze di lunga durata sulla salute mentale e psichica dei ragazzi, già protagonisti di un aumento di patologie correlate allo stress in questo anno e oltre di pandemia, e la possibilità di un ritorno in aula a settembre in condizioni di maggiore sicurezza fanno sì che il rapporto costi/benefici si spinga nettamente a favore della vaccinazione.

Di conseguenza, un numero ridotto di vittime ma alto di contagiati legittima l’autorizzazione in emergenza di Ema.

Infine è importante farlo per ridurre il “serbatoio” degli adolescenti e preadolescenti ci consente di diminuire le probabilità di lasciar replicare il virus in modo incontrollato e, in ultima analisi, di vedere insorgere nuove varianti di SARS-CoV-2 che potrebbero inficiare l’immunità di chi ha già avuto la malattia o è già stato vaccinato.

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