Covid, il Consiglio di Stato: “Rivalutare meccanismo automatico di chiusura scuole in zona rossa”

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Sentenza

Rivalutare il “meccanismo automatico di applicazione della sospensione totale della didattica in presenza, nelle scuole di ogni ordine e grado, nell’intero territorio delle regioni classificate come ‘zona rossa'”.

E’ quanto ha stabilito il Consiglio di Stato in due decreti monocratici depositati oggi con i quali ha respinto l’istanza cautelare presentata da alcuni genitori contro la sentenza del Tar del Lazio che, il 26 marzo, aveva sospeso l’efficacia del Dpcm del 2 marzo, che disponeva la didattica a distanza in tutte le scuole delle Regioni in ‘zona rossa’, stabilendo il riesame da parte della presidenza del Consiglio dei ministri, entro il 2 aprile, delle misure che comportano l’automatica chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse, prevedendo il ricorso alla Didattica a distanza nelle zone gialle e arancioni.

Nel frattempo però il decreto covid ha previsto un allentamento per quanto riguarda le misure in zona rossa: fino alla prima media le lezioni sono in presenza. Il resto va in Dad.

Con decreto legge in corso di pubblicazione, sembrerebbe che la materia sia stata affrontata, e in parte disciplinata, diversamente rispetto alla decretazione qui contestata”, osservano i giudici di Palazzo Spada, chiarendo che “l’obbligo di riesame non significa, né così potrebbe essere, sostituzione del Giudice alle scelte di governo nel periodo di pandemia, che restano interamente nella responsabilità degli Organi competenti“.

Ma “è potere-dovere del giudice di assicurare che dette scelte siano adottate in modo trasparente e in coerenza con le risultanze dei dati scientifici, modificandole ovvero motivando con argomenti non contraddittori l’impatto della eventuale riapertura della istruzione in presenza sulla ulteriore diffusione del contagio“.

Per questo, concludono i decreti, “l’obbligo di rinnovare la valutazione censurata va confermato, come disposto dalla ordinanza appellata“.

 

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