Covid, i pediatri lanciano l’allarme: “Presidi allo sbaraglio, occorrono linee guida precise anche per la scuola”
Sette milioni di alunni stanno preparando gli zaini per tornare a scuola. Mentre l’entusiasmo cresce, si accrescono anche i timori che il Covid-19 possa tornare a diffondersi tra banchi e cattedre.
A chiedere regole chiare e definite ai ministeri della Salute e dell’Istruzione non sono solo i presidi, ma anche le figure mediche di primo piano.
Antonio D’Avino, presidente nazionale della Fimp, Federazione italiana medici pediatri, esprime una preoccupazione condivisa da molti, tramite un’intervista concessa a La Repubblica. Sebbene il governo abbia optato per un approccio che tratta il Covid come una normale infezione, minimizzando le regole preventive, le scuole potrebbero affrontare rischi insidiosi.
“Serve un approccio condiviso”, sostiene D’Avino. “Desideriamo un tavolo di discussione con entrambi i ministeri e gli esperti medici del territorio, per stilare linee guida chiare sulla gestione del virus”. La recente circolare con le regole per gli ospedali potrebbe servire come modello per una simile per le scuole.
Attualmente, sia gli studenti che i docenti positivi al virus hanno il permesso di entrare in classe. Una decisione che potrebbe sembrare azzardata, ma D’Avino rassicura: “Nessun preside o genitore permetterebbe l’ingresso in classe di un individuo contagioso”. Tuttavia, la mancanza di linee guida chiare potrebbe portare i presidi a richiedere certificati medici dai pediatri, scaricando di fatto la responsabilità sui medici di famiglia.