Covid, i nuovi colori delle Regioni: solo la Campania potrebbe cambiare e passare in zona arancione

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Domani la Cabina di Regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute valuterà i passaggi di colore che però, in base alle prime stime, non dovrebbe registrare grandi cambiamenti, anzi: al momento solo la Campania potrebbe spostarsi dalla zona rossa a quella arancione.

Infatti, come spiega La Repubblica, tutte le altre regioni resteranno nello scenario in cui si trovano. Tuttavia, otto realtà locali però sono destinate a rimanere nella zona con più restrizioni almeno fino al 20 di aprile, cioè per altri 15 giorni a partire da lunedì prossimo.

I dati sui quali si baserà domani il monitoraggio della Cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità e del ministero alla Salute valuteranno a partire dal fatto che i casi settimanali per 100mila abitanti saranno più di 250 (circostanza che colloca in uno scenario rosso) certamente in Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Lombardia e Toscana.

Pertanto la Campania anche domani, come venerdì scorso, avrà numeri da arancione, e quindi si sposterà in quel colore. L’unica a farlo nella settimana dopo Pasqua. Nessun altro dovrebbe migliorare e nemmeno peggiorare, visto che non risultano realtà con Rt in crescita. D’altronde l’epidemia in Italia sta leggermente rallentando, cosa che produce anche un calo dell’indice di replicazione.

Alla fine del monitoraggio, dunque, resterebbero in zona rossa Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli, Puglia, Lombardia, Toscana, Marche, Veneto, Calabria e Provincia di Trento. In arancione tutte le altre.

Ricordiamo che i giorni 3, 4 e 5 aprile saranno zona rossa per tutto il territorio nazionale e in quei giorni non varranno le regole di altre zone di rischio in cui si è collocati.

Cosa accade attualmente per la scuola nelle zone rosse e arancioni

In zona rossa torneranno in presenza dopo Pasqua le scuole dall’infanzia alla prima classe di scuola secondaria di primo grado, mentre invece dalla seconda classe di scuola secondaria di primo grado in poi si resterà in didattica a distanza. Resta garantita, in questi casi, la frequenza in presenza dei laboratori e per gli studenti con disabilità.

In zona arancione, invece, l’attività dei servizi educativi per l’infanzia (asili nido), delle scuole dell’infanzia (ex scuola materna) e per il primo ciclo di istruzione (ex scuole elementari e medie) continua a svolgersi integralmente in presenza.

Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado (licei e istituti professionali) adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, in modo che almeno al 50 per cento e fino a un massimo del 75 per cento degli studenti sia garantita l’attività didattica in presenza. La restante parte degli studenti partecipa alla didattica a distanza. Resta sempre garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.

I Presidenti delle Regioni potranno disporre la sospensione dell’attività scolastica e degli asili nido:
– nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti;
– nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni;
– nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

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