Covid, Galli non si fida del tragitto da casa a scuola e viceversa: “In quei momenti la popolazione si mischia”
“Le riaperture sono avvenute in una situazione in cui molte infezioni erano in giro, non c’era un calo tale da stare tranquilli” e quindi “bisogna vedere se l’incremento dei vaccini, di certo non ai livelli di quelli britannici, sarà in grado di compensare le riaperture troppo precoci, almeno ai fini epidemiologici” e quindi evitare il “colpo di coda” che si rischia a “giugno luglio”.
Lo dice Massimo Galli, direttore di Malattie Infettive 3 all’ospedale Sacco di Milano, ribadendo una accelerazione sui vaccini. “È evidente – spiega in una intervista all’Eco di Bergamo – che in Italia è in atto un esperimento diverso da altri Paesi, dove si è optato per una campagna vaccinale di massa quando si era chiusi e si è vista subito una caduta di casi e morti. Noi, invece, abbiamo messo il carro davanti ai buoi, senza avere abbastanza vaccini sul carro“.
Da queste premesse, è chiara la contrarietà di Galli alla fine del coprifuoco alle 22. “Sono quattro – sottolinea – i momenti in cui la popolazione si muove e si mischia, con diversi livelli di contatto: quando si va al lavoro e a scuola; quando si sta al lavoro e a scuola; quando si torna e infine quando si esce la sera“.
Risulta chiaro il riferimento ai trasporti, vero elemento di dubbio che ha accompagnato questo rientro a scuola nelle ultime settimane di scuola. Specialmente per gli studenti delle scuole superiori, i mezzi pubblici sono molto utilizzati e purtroppo, soprattutto nelle grandi città, il piano sicurezza non è mai stato efficace.
“È evidente che la limitazione degli orari serali, nel tentativo di diminuire la circolazione serale, diventa una scelta in qualche modo obbligata, quando si decide di aprire. Anche perché la sera ci si mischia in modi diversi, e s’ incontra gente diversa, rispetto ad altri momenti della giornata. Se si ha la testa – conclude -, non è difficile da capire“.