Covid, Vaia: “No mascherine e DAD a scuola”, ma ci saranno modelli di comportamento. Aumentano i contagi, non ci sarà isolamento per i positivi. Cosa sappiamo

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Le ultime informazioni riguardo alle misure legate al COVID-19 in Italia indicano che, almeno al momento, non è previsto un ritorno all’isolamento per i soggetti positivi. Il direttore generale della Prevenzione al Ministero della Salute, Francesco Vaia, ha escluso questa possibilità.

Cambiamenti nella malattia da COVID-19

Vaia sottolinea che la malattia da COVID-19 è cambiata, e nonostante un recente aumento dei casi, la situazione negli ospedali non sembra destare preoccupazione, con i ricoveri al di sotto del livello di allerta.

Definizione dei casi

Attualmente, uno dei punti in discussione riguarda la definizione dei casi COVID-19 ai fini delle certificazioni mediche. Si sta cercando di trovare un accordo tra il Ministero della Salute, altri ministeri interessati e le Regioni su questo tema.

Scuole

Indicazioni ulteriori sono attese anche rispetto alla scuola. In merito all’attività didattica, il ministro Orazio Schillaci si è già pronunciato chiaramente nei giorni scorsi: “I ragazzi sono quelli che hanno sofferto di più durante il lockdown. È giusto che continuino ad andare a scuola”, ha detto, ricordando il tavolo istituito al ministero della Salute insieme al ministero dell’Istruzione per definire i modelli di comportamento per questa categoria. La priorità, dunque, è assicurare la frequenza in presenza.

Bisogna evitare assolutamente il ritorno delle mascherine a scuola e della Dad. Per fare questo abbiamo istituito un tavolo interdisciplinare tra ministero della Salute, Istruzione e merito, Pubblica amministrazione e con il ministero del Lavoro per verificare insieme quali misure adottare per dare serenità ai ragazzi, al corpo docente e non docente e ai famigliari a casa“. Lo ha detto al Tg1 il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia.

Positivi asintomatici

C’è una questione legata ai positivi asintomatici, per i quali attualmente non è prevista la malattia retribuita. Vaia afferma che è necessario affrontare un problema medico-legale riguardante la definizione attuale del COVID-19 e se dovrebbe essere paragonato all’influenza e ad altre malattie infettive.

Aumento dei contagi

Negli ultimi tempi, c’è stato un aumento dei contagi in Italia, con un incremento dei ricoveri in area medica e dei decessi. Anche se i numeri sono aumentati, le autorità affermano che è in linea con le aspettative e che non c’è motivo di allarme.

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