Covid-19, rischio arancione per sei regioni. Ipotesi zona rossa per l’Abruzzo. Cosa cambia per la scuola
Si teme una terza ondata covid-19 a causa delle varianti, soprattutto quella inglese, che lascia molti interrogativi. Ecco perché rischiano il cambio colore Lombardia (dove da ieri quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. Ma la situazione più critica è quella dell’Abruzzo dove ci sono già due province in zona rossa.
Ecco perché il governo sta pensando a nuove misure dato che il tasso di positività è ancora troppo alto per ipotizzare allentamenti.
Per questo motivo è assai probabile che venerdì il ministro della Salute, Roberto Speranza, potrebbe emanare un’ordinanza per modificare i colori per alcune regioni.
Ricordiamo che in Lombardia sono state istituite zone rosse in alcune aree, mentre in Campania è stata individuata una variante mai emersa prima. Il timore è che entro fine mese la mutazione del Covid-19 possa risultare prevalente rispetto al virus conosciuto.
Chi rischia di passare in zona arancione? Sono ben sei Regioni che la scorsa settimana avevano un Rt prossimo all’1. Oltre alla Lombardia e al Lazio ci sono l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, le Marche e il Piemonte. Si aggiungerebbero all’Abruzzo, la Basilicata, la Liguria, il Molise, l’Umbria e il Trentino.
Sull’Abruzzo, l’ipotesi più accreditata è che possa passare in zona rossa: già all’interno della Regione le province di Pescara e Chieti sono in zona rossa. Da venerdì c’è il serio rischio che l’intera regione sfori l’indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso), anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato il 17 febbraio.
Per quanto riguarda le ricadute sulla scuola, se l’Abruzzo dovesse passare in zona rossa, ricordiamo, sull’intera regione verranno sospese le attività didattiche in presenza dalla seconda media in poi, con il passaggio alla DaD. In presenza le attività didattiche dalla scuola dell’infanzia alla prima media.
Le regioni che invece potrebbero passare in arancione, invece, vedranno, per quanto riguarda la scuola, tutto invariato: lezioni in presenza al 100% fino alla terza media e lezioni in presenza al 50% per le scuole secondarie di secondo grado.
Dopo i provvedimenti presi durante le festività natalizie, la curva epidemiologica era scesa e l’Italia era tornata prevalentemente in giallo. La situazione, però, si è nuovamente aggravata.
Di contro, la Valle d’Aosta ha i numeri teorici (contagi, pressione sanitaria, terapie intensive) per passare in zona bianca. Sarebbe la prima regione in Italia. La decisione definitiva – che tiene conto anche di altri parametri – sarà presa dal ministro della Salute, Roberto Speranza. La piccola regione alpina per la terza settimana consecutiva ha meno di 50 nuovi contagi ogni 100 mila abitanti.
I ricoverati in ospedale sono 8, di cui solo 2 in terapia intensiva. Con il passaggio in zona bianca decadrebbero divieti e chiusure (palestre, cinema, teatri) oltre che l’efficacia del Dpcm che blocca lo sci amatoriale fino al 5 marzo.
Complessivamente, al momento, la ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle aree gialla, arancione e rossa è la seguente
- area gialla: Calabria, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta, Veneto, Sicilia
- area arancione: Abruzzo, Liguria, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria.
- area rossa: nessuna Regione.