Covid-19, niente impianti di aerazione nelle scuole: bocciato emendamento della Lega
Niente impianti di aerazione nelle scuole italiane, almeno per il momento. Infatti il Governo ha detto no all’emendamento al Decreto “Natale” a prima firma dell’onorevole Rossano Sasso (Lega), in cui si chiedeva appunto di installare sistemi di ventilazione meccanica negli istituti scolastici.
Niente impianti di aerazione nelle scuole italiane, almeno per il momento. Infatti il Governo ha detto no all’emendamento al Decreto “Natale” a prima firma dell’onorevole Rossano Sasso (Lega), in cui si chiedeva appunto di installare sistemi di ventilazione meccanica negli istituti scolastici.
L’aerazione delle aule viene indicata fra le misure di sicurezza per prevenire il contagio covid nelle scuole ma allo stesso tempo, come hanno fatto notare in molti, con l’arrivo della stagione invernale, tenere le finestre aperte per lungo tempo in classe non è possibile.
“Oggi il Paese ha perso una grande opportunità, per poter garantire maggiori condizioni di sicurezza alla nostra comunità scolastica, attraverso alcuni interventi tra cui l’installazione di impianti di aerazione nelle scuole, utili ad evitare il contagio tramite aerosol“, scrive in una nota il deputato Rossano Sasso.
Secondo il leghista, la scelta di bocciare gli impianti di aerazione confermerebbe “nei fatti l’atteggiamento del Ministro Azzolina: vogliono che gli studenti tornino a scuola, ma non fanno nulla per mettere in sicurezza i nostri istituti, a parte chiedere ai docenti di tenere le finestre aperte per 5 ore“.
“Pd, m5s, leu ed Italia viva se ne infischiano della salute di 8 milioni di studenti, conclude Sasso, compresa quella dei propri figli, e di circa 2 milioni di lavoratori del comparto scuola“.
Ma tenere le finestre aperte in classe, con queste temperature basse, può realmente creare problemi a studenti e insegnanti? “La ventilazione delle aule scolastiche per limitare la diffusione del Covid nonostante la stagione invernale e il freddo intenso non necessariamente provocherà un aumento delle malattie respiratorie e dei cosiddetti ‘mali di stagione”, ha spiegato Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus, che prosegue: “È vero che in questa stagione il rischio di infiammazioni respiratorie è maggiore ma – spiega – è anche vero che quest’anno, come conferma il bollettino Influnet l’incidenza delle sindromi simil-influenzali e il virus influenzale si è notevolmente ridotta. Per cui ci sarà un rischio in meno rispetto le infezioni respiratorie. La stagione invernale, con l’abbassamento delle temperature, lo stazionamento prolungato in luoghi chiusi di più persone favoriscono certamente i patogeni respiratori. Ma – sottolinea Richeldi – l’uso della mascherine e il frequente lavaggio delle mani hanno ridotto il virus influenzale e questa è una buona notizia”.
“Non c’è bisogno di impiegare sistemi di aerazione meccanica. Non voglio neppure pensare alla macchina burocratica e organizzativa da mettere in piedi per una soluzione di questo tipo, peraltro con alti costi economici ed ambientali. Per ventilare correttamente e disperdere un’eventuale carica virale è sufficiente aprire le finestre al cambio dell’ora”, ha detto a Orizzonte Scuola il presidente della Federazione italiana Medici Pediatri (FIMP), Paolo Biasci.
Ad ogni modo, il Comitato Tecnico Scientifico ha già indicato che basta tenere le finestre aperte per garantire un ricambio d’aria e non parla di ventilazione meccanica. Nè tantomeno bisogna tenere le finestre aperte tutto il tempo delle lezioni: “L’aerazione dei locali è una delle regole per garantire l’areazione. Basta garantire un ricambio d’aria così come ha stabilito il Comitato Tecnico Scientifico. Non bisogna tenere sempre le finestre aperte“, ha specificato la Ministra Azzolina.