Costruiamo nelle scuole cittadini del mondo. Lettera

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inviata da Lorenzo Picunio – L’affetto, l’integrazione, la cultura nascono dalla conoscenza: è giusto che una scuola veneta affronti i temi della storia e della geografia del luogo, questo appartiene alla ricerca delle radici ed allo sviluppo culturale.

Ma se in quella classe c’e uno studente sardo, statunitense o tunisino, è giusto che si affrontino anche gli argomenti delle sue  terre di origine.  Costruiamo nelle nostre scuole cittadini del mondo, e questo non più solo come intenzione ma anche come realtà di ragazzi che hanno come orizzonte il pianeta intero.
Una scuola regionalizzata? Una scuola che si preoccupa solo di far passare un sapere professionalizzante? La società attuale richiede casomai conoscenze larghe e multidisciplinari, che formino il lavoratore ma anche il cittadino. Altro che chiusure localiste.
Il Veneto, la Lombardia, l’Emila Romagna sono regioni ricche, non solo di denaro ma anche di cultura: possono  dare molto alla scuola italiana, che può sviluppare i talenti di ogni territorio  attraverso lo scambio di idee, progetti, ricerca didattica.
Chi ha meno può essere aiutato da chi ha di più, un un’ottica di scambio di esperienze e di modelli didattici e culturali.

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