Così si diventerà insegnante nei prossimi anni: lauree semi-abilitanti, scatti stipendiali legati alla formazione, percorso dedicato per i precari storici. BOZZA [PDF]
In arrivo l’ennesima riforma del reclutamento degli insegnanti. Ci saranno tre strade per arrivare in cattedra alla scuola media e alle superiori.
DECRETO [Bozza PDF]
La riforma, così come previsto nel PNRR, dovrà arrivare al traguardo entro giugno. I concorsi, in base a quanto si legge nel documento, saranno su base annuale. L’obiettivo è arrivare entro il 2024 a 70mila immissioni in ruolo.
Le linee guida del provvedimento
Sostanzialmente, come anticipato in precedenza, ci saranno due percorsi separati per quanto concerne la riforma del reclutamento: uno incentrato sulla formazione iniziale, con un percorso che prevede una Laurea Magistrale o a ciclo unico, un corso di formazione che verrà impartito da centri di Ateneo per il conseguimento di 60 crediti formativi e una prova di abilitazione che darà l’accesso al concorso a cattedra. Al superamento di quest’ultimo si accederà all’anno di prova che si concluderà con la valutazione finale e la definitiva immissione in ruolo. Per quanto riguarda la formazione presso gli Atenei, è prevista la creazione dei percorsi in stretta correlazione con il mondo della scuola;
L’altra faccia del reclutamento si concentra sui docenti precari: si prevede infatti un percorso dedicato per supplenti storici che abbiano al loro attivo 36 mesi di attività. Questi insegnanti potranno accedere direttamente al concorso pubblico e procedere successivamente ad un riallineamento formativo tramite un contratto part-time ed un percorso finalizzato all’acquisizione di 30 CFU nei centri di Ateneo, con successiva prova di abilitazione e anno di prova.
C’è poi un terzo canale, definito transitorio, che vedrebbe l’intenzione di accelerare l’immissione in ruolo dei docenti fino al 2024.
Una grossa novità è la formazione continua per il personale. Per incentivarla il governo ipotizza una progressione stipendiale accelerata per i docenti che frequentano con profitto corsi selezionati.
Il percorso di formazione e aggiornamento permanente è articolato in cinque gradi. Il primo grado è conseguito al termine di un percorso di durata quadriennale. Tutti i successivi gradi, dal secondo al quinto, durano cinque anni. Ogni livello si conclude a seguito di una verifica finale collegata anche a una “valutazione del miglioramento dei risultati scolastici degli alunni degli insegnanti che accedono al percorso di formazione e aggiornamento”. Al raggiungimento di ogni livello di formazione scatta la progressione salariale prevista dalla contrattazione nazionale attualmente legata esclusivamente all’anzianità di servizio.
Giornata di incontri per il ministro Bianchi
In mattinata c’è stato il confronto tra il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e le forze di maggioranza. Nel pomeriggio, invece, c’è stato l’incontro con i sindacati. Alle rappresentanze sindacali sono state illustrate, in forma sintetica, le linee guida con 3 slide che hanno schematizzato la riforma. Gli stessi sindacati, al termine dell’incontro, hanno rilasciato note abbastanza forti nei confronti di quanto successo durante la riunione. L’intenzione del governo è quella di andare avanti e presentare il provvedimento già dopo Pasqua (decreto legge da approvare nel Consiglio dei Ministri del 21 aprile) con via libera definitivo tra fine primavera e inizio estate.
Verso l’addio ai 24 Cfu: Bianchi cambia il percorso per diventare insegnante. Le novità
LE SLIDE PRESENTATE AI SINDACATI
cfr DECRETO LEGISLATIVO 13 aprile 2017, n. 59