Cos’è un curricolo e come si pianifica? Breve excursus sulla progettazione scolastica

Fin dai suoi albori, il concetto di curricolo è stato legato allo sviluppo di sistemi scolastici – come quello statunitense – fortemente improntati all’autonomia locale nella legislazione didattica (nonché a quei sistemi educativi con una grande presenza di istituti privati).
In Italia, si dovrà aspettare il 2000 per sentir parlare per la prima volta di “curricolo”: precisamente, grazie il Decreto Ministeriale 234 del 26 giugno di quell’anno, intitolato “Regolamento recante norme in materia di curricoli nell’autonomia delle istituzioni scolastiche”.
Oltre a introdurne il concetto, tale documento sancisce il diritto di ogni istituto scolastico a pianificare il proprio curricolo in maniera del tutto autonoma nella misura del 20% (in termini di monte-ore), mentre il restante 80% viene definito dal Ministero.
Successivamente, la riforma Gelmini ha emanato le “Indicazioni nazionali degli obiettivi specifici di apprendimento”, chiarendo così quali siano le conoscenze fondamentali, da includere nel curricolo, che ogni studente dovrebbe apprendere al termine del suo percorso di studi (nel caso della scuola primaria: obiettivi di apprendimento, traguardi e competenze chiave).
Definizione
Il curricolo è dunque l’insieme delle esperienze di apprendimento progettate, attuate e valutate da una comunità scolastica per il perseguimento di obiettivi formativi esplicitamente espressi.
In realtà, la parola può intendere anche semplicemente:
– un segmento di corso di studi (es. scuola primaria, secondaria ecc.), comprendendo tutte le discipline ivi insegnate;
– l’intero programma scolastico di una singola disciplina (in linea con il Piano Triennale dell’offerta formativa predisposta da ogni istituzione scolastica).
In quest’ultimo caso, viene definito più propriamente “curricolo verticale”.
Curricolo verticale
Il curricolo verticale viene anche chiamato “curricolo d’istituto”, perché appunto richiama l’insieme delle attività didattiche che rientrano nell’offerta formativa di ogni istituto – variabile nella misura del 20%, di cui si è parlato.
Oggigiorno, con la massiccia presenza di istituti cosiddetti “comprensivi”, ovvero che comprendono sia scuola primaria che secondaria inferiore (elementari e medie), il curricolo verticale si “spalma” su entrambi i cicli di istruzione (che a volte salgono addirittura a tre, in quegli istituti che comprendono anche la scuola dell’infanzia).
In questi casi è ancor più sentita l’esigenza di predisporre dei piani formativi che si basino su elementi di sviluppo graduale e progressivo delle conoscenze dell’allievo, con obiettivi trasversali e interconnessi (l’uno propedeutico all’altro).
Fasi e pianificazione
Progettare un curricolo richiede alcune fasi, interconnesse tra loro in modo da creare un sistema, armonico e organico, che si basi su un principio di olismo per quanto riguarda: obiettivi, contenuti, metodologie, strumentazione, verifiche e valutazione.
La pianificazione di un curricolo si può quindi suddividere in alcune fasi (rigorosamente soggette a continuo e costante controllo):
– conoscenza del livello di partenza dei discenti;
– scelta delle strategie operative più appropriate (metodi e tecniche di verifica e valutazione), sulla base delle linee guida nazionali, che indicano anche il livello di competenza che gli alunni devono raggiungere;
– analisi delle motivazioni verso il lavoro scolastico;
– disponibilità delle risorse didattiche;
– contestualizzazione del progetto;
– verifica e valutazione.