Cosa fare quando i figli “non ascoltano”? Il sondaggio sulle opinioni dei genitori su ricompense e punizioni: la maggior parte preferisce il dialogo

Un recente sondaggio di Novakid, che ha coinvolto 5.000 genitori in diversi Paesi, ha evidenziato un interessante spostamento nelle preferenze educative: solo il 5% dei genitori opta per la punizione, mentre l’86% predilige la disciplina positiva e il dialogo come approccio prediletto per gestire i figli che non ascoltano.
Ciò rispecchia un cambiamento nelle norme educative euro-americane degli ultimi 50 anni, aumentando la pressione sui genitori.
In Italia, oltre un terzo (37%) dei genitori ammette che i propri figli raramente o mai li ascoltano, una sfida comune data la naturale evoluzione delle capacità di ascolto attivo nei bambini. Gli esperti suggeriscono l’adozione di un approccio semplice e diretto, specificando le aspettative anziché usare comandi generici.
Secondo il sondaggio, i motivi principali del non ascolto includono l’interesse verso altro (45%) e piccoli atti di ribellione (34%). Mancanza di concentrazione e stanchezza sono meno frequenti.
Esistono notevoli differenze tra i Paesi. Ad esempio, in Romania il 25% dei genitori attribuisce il non ascolto alla stanchezza, mentre in Turchia solo il 3%. In Arabia Saudita, il 52% crede che i figli siano distratti da altro, contro il 30% in Romania.
In Italia, la maggioranza dei genitori reagisce al non ascolto con dialogo (46%) e strategie di disciplina positiva (26%). Solo il 21% utilizza punizioni come togliere un giocattolo, mentre una minoranza adotta un atteggiamento passivo.
Il tema delle ricompense rimane controverso. In Italia, solo il 15% ritiene le ricompense molto efficaci, mentre il 64% le considera utili solo in alcuni casi. Il 14% crede che non siano efficaci e il 7% non le usa affatto. Le opinioni variano significativamente tra i Paesi.