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Cosa è oggi l’istruzione parentale/homeschooling e in che modo si attua. Guida

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L’istruzione parentale è una modalità in cui i genitori progettano, gestiscono e in alcuni casi (ed in misura variabile) attuano l’istruzione/apprendimento e le educazioni per i propri figli.

Cos’altro è l’istruzione parentale?

Le sue radici storico-culturali traggono linfa dall’antichità classica (Socrate, Platone e Aristotele, ad esempio), e si alimenta dalla linea di pensiero che attraversa i secoli fino al mondo moderno (Rousseau, Montaigne) e alla contemporaneità (Rudolf Steiner, Maria Montessori, John Holt, Ivan Illic, Arno Stern, l’esperienza della “scuola attiva” ecc.).

Sul piano cognitivo, affettivo e relazionale, l’istruzione parentale si pone in linea con le recenti scoperte delle neuroscienze.

Essa trae profitto inoltre dalle innumerevoli opportunità che i nuovi mezzi e le nuove tecnologie offrono per accedere alle fonti della conoscenza tipiche del mondo contemporaneo. Con l’istruzione parentale/familiare (homeschooling), si rende infatti potenzialmente disponibile una vasta gamma di strumenti educativi e per l’apprendimento.

In termini amministrativi, è una modalità attraverso la quale i genitori ottemperano al loro diritto e dovere di istruire ed educare i figli.

La legge (art.30 della Costituzione) accompagna al dovere di istruire la prole, il diritto di optare per l’una delle due modalità: la scolarizzazione o l’istruzione parentale.

L’ordinamento internazionale e quello statale, assumendo la natura dei rapporti generazionali e le dinamiche naturali del loro sviluppo, hanno introdotto un principio fondamentale: la scelta educativa e di apprendimento dei giovani è in capo ai genitori.

Art. 16 Dichiarazione universale dei diritti umani “ ..La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto di essere protetta dalla società e dallo Stato.”

Art. 26 Dichiarazione universale dei diritti umani “…I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.”

Convenzione sui diritti del fanciullo, ratificata con lalegge 27/5/1991 n°176, art. 5 “ Gli Stati rispettano la responsabilità, il diritto e il dovere dei genitori….di dare a quest’ultimo (il fanciullo n.d.r.), in maniera corrispondente allo sviluppo delle sue capacità, l’orientamento e i consigli adeguati all’esercizio dei diritti che gli sono riconosciuti dalla presente convenzione”

Carta dei diritti fondamentali dell’unione europea, art. 14 comma 3 “…così come il diritto dei genitori di provvedere all’educazione e all’istruzione dei loro figli secondo le loro convinzioni religiose, filosofiche e pedagogiche, sono rispettati secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio.”

La Costituzione italiana significa ulteriormente questo concetto, specificando all’art. 30 che i genitori hanno dovere e diritto di educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio.

Si fa riferimento allo stato primario della rigenerazione della famiglia e della società, ovvero è l’essere umano in quanto tale a venire tutelato.

La centralità della famiglia e la sua priorità nell’ordinamento statale sono affermati anche nell’art.31 della Costituzione “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose….”

L’istruzione parentale qui trova la sua base naturale e culturale.

Se la collettività riconosce il ruolo primario della famiglia, d’altro canto delinea i limiti sociali entro, ed attorno ai quali, il fanciullo dovrebbe, almeno, essere educato ed istruito per poter divenire una persona ed un cittadino libero ed attivo.

Convenzione dei diritti del fanciullo. Preambolo “…Convinti che la famiglia, unità fondamentale della società e ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri ed in particolare dei fanciulli, deve ricevere protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività.

Riconoscendo che il fanciullo, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione. In considerazione del fatto che occorre preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati dalla Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà.”

Art. 33 Costituzione “..La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione….”

Con le “ Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione” la Repubblica individua le linee generali che recepiscono e si strutturano sulle indicazioni internazionali dando una declinazione territoriale.

La raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa del 2018 definisce le otto competenze chiave che ognuno dovrebbe acquisire per essere una persona ed un cittadino nella piena potenzialità delle sue prerogative:

  • competenza alfabetica funzionale;
  • competenza multilinguistica;
  • competenza matematica e competenza di base in scienze e tecnologie;
  • competenza digitale;
  • competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare;
  • competenza sociale e civica in materia di cittadinanza;
  • competenza imprenditoriale;
  • competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.”

Nel medesimo articolo 33 della Costituzione, assai chiaramente si fissa un altro punto cardinale “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

In merito al rapporto tra lo Stato ed i soggetti che lo compongono è ancora la Costituzione che interviene a fissare i suoi limiti.

Art.118 “… Stato, Regioni, Città metropolitane, province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà.”

Non vi è dubbio che anche nel caso dell’istruzione e dell’educazione l’attività sia di interesse generale, si potrebbe anzi dire che sia tra le principali con questa caratura. Anche in questo caso si prefigura una dialettica, tra l’ente di coordinamento ed i singoli fautori o agenti dell’attività di interesse generale. La struttura concettuale si dispone nella ricerca di rapporti tendenti all’equilibrio ed al superamento dello schema gerarchico autoritaristico.

Da questi presupposti imprescindibili la scelta dell’homeschooling trae sostegno, e trova piena legittimità.

Si configura quindi come un impegno che implica un’assunzione di responsabilità che l’istituzione attribuisce e pretende dai genitori, riconoscendo pienamente che gli stessi ne sono naturalmente portatori.

La contemporaneità presenta un quadro con caratteri molto forti in tema di istruzione ed educazione, dove gli attori che entrano in scena sono molteplici. Gli stessi hanno ridefinito i ruoli e le rilevanze in un processo tuttora in divenire che certo non termina nel nostro “oggi”.

Il soggetto che mantiene una centralità, per natura e stratificazione di categorie che ad essa fanno capo, è la famiglia.

Indicazioni nazionali, MIUR 2012: Cultura, scuola, persona “…Oggi l’apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione dei bambini…”.

Questo documento rifondativo della sistema scolastico individua le problematicità e le prospettive e tutt’oggi, anche dopo l’aggiornamento del 2018, dovrebbe essere il riferimento culturale, politico ed operativo per chi vi interviene.

Gli attori del sistema sono molteplici, le fonti del sapere sono innumerevoli ed il loro accesso è reso possibile ed agevole praticamente a tutti coloro che lo intendono praticare.

Lo scenario attuale ha questi connotati che lo distinguono in maniera sostanziale rispetto anche ad un recente passato.

In questo quadro, sommariamente e non esaustivamente tracciato, si incardina il concetto di istruzione parentale/familiare (homeschooling).

In che modo si attua?

Non vi è un modo specifico, talune famiglie procedono con un approccio di istruzione, applicando al loro agire lo schema scolastico: docente/discente, suddivisione in materie, tempistica definita, riferimento a curricoli scolastici definiti ecc.

Altre famiglie sviluppano dinamiche di apprendimento con un maggiore grado di autonomia. Queste ultime non necessariamente seguono una tempistica analoga a quella scolastica, né una scansione per materie distinte o modalità verticali di trasmissione delle conoscenze. In altre parole, non strutturano la crescita del giovane sulla categoria dell’istruzione, ma appunto su quella dell’apprendimento non formale o informale.

L’origine dei percorsi di apprendimento sono le peculiarità e le curiosità del ragazzino, il quale sviluppa attraverso la ricerca, assistita da parte dei genitori o chi per essi, lo studio e gli approfondimenti multidisciplinari che ne scaturiscono.

Il ruolo dei genitori è fondamentalmente quello di gestire e curare che gli interessi dei giovani possano scaturire in campi interrelati e che possano “doppiare” i limiti indicati nelle “Norme generali per l’istruzione “ declinati nelle Indicazioni nazionali.

In tali modi si invera la piena attuazione dell’art. 33 della Costituzione “ L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione..”.

Tra queste due polarità (libertà di insegnamento e norme dello Stato, peculiarità della persona in apprendimento e Indicazioni nazionali o competenze chiave) le famiglie organizzano, secondo le proprie realtà, tracciati che si intersecano e che si integrano, sempre comunque avendo come oggetto della progettazione la specificità del giovane.

Altresì si creano condizioni favorevoli per concretizzare obiettivi che il MIUR ha posto nelle Indicazioni nazionali; a titolo di esempio riporto qui un breve paragrafo tratto dal capitolo L’organizzazione del curricolo-Aree disciplinari e discipline:

..Le discipline, cosi come noi le conosciamo, sono storicamente separate l’una dall’altra da confini convenzionali che non hanno alcun riscontro con l’unitarietà tipica dei processi di apprendimento. Ogni persona, a scuola come nella vita, impara infatti attingendo liberamente dalla sua esperienza, dalla conoscenze o dalle discipline, elaborandole con un’attività continua e autonoma. ….”

I termini istruzione e apprendimento spesso sono maneggiati come sinonimi, ma il loro significato è profondamente diverso.

Nell’Istruzione parentale/familiare (homeschooling), il rapporto tra istruzione ed apprendimento è ricommisurato in funzione delle peculiarità di ogni famiglia. I genitori non necessariamente sono i docenti ed i loro figli i discenti; possono esserlo, ma spesso sono “solo” dei facilitatori, che aiutano e accompagnano nella ricerca e nello studio.

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