Cosa ci dice lo “zero” in informatica del neoministro Azzolina. Lettera

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inviata da Prof. Nicasio Sampognaro* – La sequela di articoli a firma di Massimo Arcangeli, Presidente della Commissione 30 nell’ultimo concorso per l’accesso al ruolo dei Dirigenti Scolastici, operante a Cagliari, che ha commentato più volte il lavoro di quella commissione, da ultimo con le dichiarazioni sulle prove di esame dell’onorevole Azzolina, oggi in predicato per diventare Ministro, mi spinge a scrivere per dare un personale contributo di verità sul valore da attribuire a quella “infausta” valutazione riguardante la prova di informatica prevista dall’esame orale, che è stata usata per connotare, con un titolo ad effetto, l’ultimo articolo inviato dall’autore a “Repubblica” e pubblicato il 28 Dicembre scorso.

Si è trattato, a onor del vero, di una prova, tra le 4 previste, che, basandosi sulle specifiche del bando, verteva a verificare il possesso di vere e proprie abilità tecniche di tipo informatico più che a riscontrare una competenza improntata al ruolo da ricoprire, La “perizia” che il candidato era tenuto a dimostrare era basata infatti sulla corretta esecuzione di uno o più comandi specifici inseriti tra i tool delle applicazioni di posta elettronica o di Microsoft Office. Ci può stare.

Ma nel caso della commissione 30 il problema è stato, in alcuni casi, la conduzione di tale esame con un’ottica orientata ad un eccessivo tecnicismo che ha rasentato l’aberrazione.

Lo “zero” in una verifica di questo tipo, come spiegano pedagogisti ed esperti, può assumere diverse chiavi di lettura e, a seconda del metro valutativo del docente, marca una differenza sostanziale tra la “non” misura della qualità della performance e l’effettiva preparazione del candidato. Ma questo, comunque, attiene al momento dell’esame, non deve andare oltre. È inopportuno che un componente della commissione, al di fuori di quel contesto specifico, assuma come prova del valore di una persona, la rispondenza o meno degli “output” della stessa ad una verifica il cui canone valutativo sia basato sulla corretta o non corretta sequenza di una serie di operazioni tecniche che, si badi bene, hanno solo il valore di definire una Abilità e non una Competenza.

Non desidero pormi a difensore di chicchessia, ma il profondo disagio che mi suscita il leggere alcune affermazioni del, sia pur articolato, intervento del Prof Arcangeli, mi spinge a dare un contributo di chiarezza al dibattito, attraverso quella che è stata la mia personale esperienza di quella prova di esame.

La domanda da me estratta richiedeva di estrapolare un valore certo da una tabella Excel riportante un elenco composito di nomi e valori stipendiali di diverse tipologie di personale di una azienda. II quesito chiedeva di ricavare la somma degli stipendi appartenenti ad una sola tipologia di personale. Benché avessi studiato le funzioni di Excel, ma non ricordando il comando preciso da adottare, stavo procedendo con una sequenza che però avrebbe richiesto due passaggi:
1) “filtrare” dalla colonna complessiva delle tipologie solo quelle righe relative al tipo di personale richiesto,
2) dalla tabella secondaria così ricavata, procedere con la somma della colonna stipendi epurata.

Ebbene, il commissario d’informatica ha interrotto il mio procedimento richiedendo espressamente che io trovassi e usassi “quel” comando specifico. Cosa che ho cercato di fare riuscendo anche ad individuare il comando-formula corretto, applicando alla stessa due degli intervalli richiesti, omettendo solo il terzo parametro necessario ad individuare univocamente la relativa somma, meritandomi così solo un 4 su 6.

Ora, a prescindere dai 5 minuti effettivi concessi per la prova, ritengo che da un tipo di verifica svolta in questo modo non si possa evincere il possesso delle competenze digitali ed informatiche richieste oggi ad un Dirigente Scolastico: capacità di “maneggiare” strumenti comunicativi digitali, organizzare meeting in modalità on line, sovrintendere alla preparazione e all’invio di presentazioni multimediali funzionali al suo compito, saper editare testi e messaggi audio-video, renderli fruibili ai diversi destinatari e diffondere e pubblicizzare informazioni pertinenti la scuola attraverso i devices più adatti alle iniziative dirigenziali.

Non certo saper usare un programma di calcolo, tipico lavoro da DSGA o di altro personale amministrativo.

Ritengo, quindi, esprimere la mia critica alla acritica esternazione del prof. Arcangeli il quale, in modo, a mio parere inelegante, ha espresso legittimamente il proprio punto di vista su una decisione politica di importanza vitale per il Paese.

Oggi ad un neo ministro non chiedo di dimostrare le proprie competenze su come fare un organigramma su word, come cambiare uno sfondo ad un powerpoint, come stilare una tabella sui premi di produttività dei propri sottoposti.

Chiedo che sappia scegliere e avvalersi di collaboratori validi da inserire nel gangli vitali del Ministero a tutti i livelli, di valorizzare e premiare il reale merito dei dipendenti della scuola e di ri-motivare i “disillusi”, di investire in modo più efficiente ed efficace le risorse limitate che oggi il sistema-Stato destina all’Istruzione e alla formazione dei giovani, di porre attenzione alle problematiche di sicurezza dell’edilizia scolastica

Ma soprattutto di avere una Vision complessiva della Scuola italiana e possedere quelle doti di moralità e professionalità, e quelle competenze organizzative e gestionali, oltre che relazionali e comunicative, che sappiano parlare a tutti gli attori, privati ed istituzionali, e attrarre le forze migliori del Paese a favore di una scuola di qualità, aperta e plurale, in grado di affrontare le sfide della complessità cui è chiamata a rispondere.

*vincitore del concorso per l’accesso al ruolo di Dirigente Scolastico, in attesa di scorrimento della graduatoria.
Giá candidato presso la Commissione 30.

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