Corso di bengalese per i bambini a scuola, è polemica. Lega: “L’integrazione non passa dalla sottomissione della nostra cultura”

Un corso di lingua bengalese destinato ai bambini per l’integrazione a scuola: è l’idea di una scuola del Veneto, che ha già suscitato numerose polemiche. Tra le voci critiche, si è espressa Anna Cisint, europarlamentare della Lega.
La vicenda è stata riportata da Il Gazzettino.
Secondo l’esponente del Carroccio, questa scelta rifletterebbe una visione errata dell’integrazione, “l‘ennesimo errore di chi ritiene che l’assimilazione delle nuove generazioni di figli di immigrati passi dalla sottomissione della nostra cultura anziché dal suo studio e dalla sua conoscenza”, ha dichiarato.
Cisint ha sottolineato l’importanza di insegnare l’italiano e le tradizioni locali ai bambini stranieri. A suo avviso, il focus dovrebbe essere sul consolidamento delle radici italiane per favorire un’effettiva integrazione. Ha inoltre evidenziato che molti bambini immigrati crescono già con il bengalese come unica lingua familiare, ma per inserirsi pienamente nella società italiana è necessario apprendere anche la lingua e la cultura del luogo in cui vivono.
Secondo Cisint, un percorso di piena cittadinanza dovrebbe passare attraverso l’accettazione delle tradizioni e dei costumi locali.
Il piano del Ministero
Dal MIM 12,8 milioni di euro per gli alunni stranieri. Le risorse sono destinate alle scuole con classi che superano il 20% di alunni stranieri che sono entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano nell’anno scolastico 2023/24.
I soldi finanziano interventi di potenziamento della lingua italiana e delle competenze di base, per garantire un’efficace integrazione degli studenti stranieri e una riduzione dell’abbandono scolastico.
“Un passo concreto e significativo verso un sistema educativo capace di includere realmente i ragazzi stranieri, non solo a parole” ha commentato il ministro Valditara dopo la firma del decreto.