Corsini (Emilia Romagna): “Turni pomeridiani o al sabato per recuperare il tempo perduto”

WhatsApp
Telegram

Torna a prendere piede l’ipotesi di organizzare i turni a scuola per consentire ai ragazzi di avere una didattica in presenza in tutta sicurezza.

Sebbene le scuole non siano fonte di contagio, sebbene in alcune regioni come il Veneto si comincia a mettere in dubbio questa affermazione, resta il problema di come raggiungerle evitando gli affollamenti sui mezzi di trasporto.

La questione dei turni a scuola ha tenuto banco per tutta l’estate, ma alla fine non è stata presa in considerazione più di tanto. A riaprire il dibattito è stato l’assessore ai Trasporti dell’Emilia Romagna, Andrea Corsini.

In un’intervista al quotidiano Repubblica, pubblicata nella pagina della cronaca di Bologna, ha affermato: “Gli orari delle scuole devono cambiare radicalmente, il fatto di andare a scuola anche al pomeriggio è una condizione indispensabile per riportare gli alunni in presenza. Bisogna anche sfruttare al massimo la giornata del sabato. Diversamente non riusciremo a rispettare la capienza dei mezzi pubblici del 50%”.

Dalla scorsa estate, la questione non è mutata di una virgola: sarà la scuola a fare le spese delle difficoltà nell’organizzare il trasporto pubblico garantendo le misure di sicurezza anti Covid.

Rispetto alla linea annunciata dal presidente della Regione, Bonaccini, che avrebbe voluto vedere dietro ai banchi, prima di Natale, anche gli studenti delle secondarie di secondo grado, Corsini ha risposto sfoderando altri dati e spiegando che le condizioni per riavere da dicembre la scuola in presenza ci sono, anche se non al 100%. “Potrebbero tornare sul banco – ha precisato Corsini – al 25 o 30%, che poi era la percentuale prevista per la fascia gialla. Questo significa qualche giorno a settimana per tutti oppure alcune classi in presenza, come ad esempio le quinte”.

Stando ancora alle dichiarazioni di Corsini, la Regione sta lavorando per  una didattica in presenza al 100% dei ragazzi delle superiori dal 7 gennaio, ovvero la linea su cui si starebbe orientando anche il Governo. Dunque se si vuole anticipare il rientro in classe si dovrebbe optare per i doppi turni, come avveniva fra gli anni Sessanta e Settanta, per effetto in quel caso del baby boom.

“L’unica strada – ha ammesso Corsini – è una differenziazione larga degli orari delle scuole. Ai presidi serve tempo per programmare e costruire questa nuova prospettiva”.

Poi, ha spiegato con un esempio concreto per quale motivo l’ingresso scaglionato non ha funzionato e che solo una differenza netta di orario mattina – pomeriggio potrebbe dare risultati efficaci. Sull’ipotesi delle scuole aperte anche il sabato o la domenica, Corsini si è sbilanciato favorevolmente sull’ipotesi del pre-festivo e possibilista sul lavoro domenicale, ma è ben consapevole che queste ipotesi si ripercuoteranno soprattutto sui dipendenti scolastici, a partire dai docenti.

WhatsApp
Telegram

Corso di dizione e fonetica per docenti: “LA FORMA CHE ESALTA IL CONTENUTO. L’insegnante come attore sul palcoscenico scuola”. Livello avanzato