Corsi Indire sotto accusa, Uil Scuola Rua protesta: “Non garantiscono la stessa formazione dei percorsi universitari”

La UIL Scuola Rua, insieme al Comitato Docenti di Sostegno, ha manifestato il 3 gennaio 2025 davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito per contestare le recenti scelte del governo in materia di formazione per il sostegno.
Una delegazione, guidata da Roberto Garofani, è stata ricevuta dai rappresentanti del Ministero per esprimere le proprie preoccupazioni.
Corsi “Indire” sotto accusa: “Non garantiscono la stessa formazione dei percorsi universitari”
Al centro della protesta, i corsi di specializzazione organizzati dall’Indire. Secondo la UIL Scuola Rua, in una nota, “questi corsi non offrirebbero la stessa qualità formativa dei percorsi universitari, mettendo in discussione la preparazione dei futuri docenti di sostegno”. Garofani ha ribadito la necessità di una formazione specialistica adeguata, in grado di fornire le competenze necessarie per supportare gli alunni con disabilità.
“Una piaga che richiede interventi immediati”
Il sindacato ha denunciato il fallimento del sistema concorsuale, che ha portato a un raddoppio del precariato negli ultimi dieci anni. Garofani ha criticato la scelta di ripetere i concorsi senza attingere dalle graduatorie degli idonei, proponendo invece la stabilizzazione dei 250.000 precari, una soluzione che, a suo dire, richiederebbe un investimento sostenibile di 180 milioni di euro l’anno. Il sindacalista ha definito il precariato una “piaga” che mette a rischio la continuità didattica, chiedendo un intervento immediato della politica e del Ministero.
“Investire sulla scuola, non fare cassa”
La UIL Scuola Rua rivendica la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, soprattutto per i posti di sostegno, al fine di garantire la stabilità del personale e la continuità didattica per gli studenti con disabilità. Garofani ha chiesto che la scuola sia esclusa dai vincoli di bilancio imposti dal Patto di stabilità, ribadendo la necessità di investire sulla scuola piuttosto che considerarla una fonte di risparmio.