Corsi anti bullismo e discriminazione a scuola a Pavia. Scoppia la polemica

Il contrasto al bullismo e ad ogni forma di discriminazione a Pavia passa dal progetto “Far ben per star bene” promosso dallo sportello Antidiscriminazioni del Comune. Discriminazione inclusa quella basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. L’iniziativa ha suscitato delle dure critiche, come quella della Lega, che la definisce “una presunta deriva ideologica”.
Il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio (Lega) ha detto: “Non è questo il luogo per derive ideologiche che contraddicono la realtà biologica e i valori tradizionali condivisi da tante famiglie”. Aggiungendo che “educare i bambini al rispetto non dovrebbe includere contenuti che neghino le differenze tra uomo e donna.”
Il sindaco di Pavia, Michele Lissia, ha replicato dicendo che: “Il progetto non è obbligatorio per le scuole e che l’autonomia scolastica permette ad ogni scuola se aderire o meno.” Aggiungendo di non aver ricevuto alcuna protesta dai genitori ed evidenziando la proposta nel programma, di soli strumenti educativi contro bullismo e discriminazioni.
Interviene Pro Vita, con il portavoce Jacopo Coghe, che chiede al ministro Valditara, l’invio di ispettori nelle scuole per verificare che gli Istituti abbiano rispettato l’obbligo di consenso informato da parte delle famiglie. Coghe ha anche definito “raccapriccianti” i laboratori per gli studenti delle elementari accusando il programma di voler “alfabetizzare” i più piccoli sui temi legati alla comunità LGBTQIA+.
Sinistra Italiana, e anche delle associazioni hanno preso le difese rispetto all’iniziativa dicendo che questa educa soltanto al rispetto e all’inclusione, senza alcuna teoria gender, accusando le destre della volontà d’imporre paure infondate.