“Corsi abilitanti da 2mila euro. Concorsi? Troppe riserve e i posti accantonati per le assunzioni tolgono supplenze. I DS chiamano fino ad avente diritto”. INTERVISTA
“Il concorso PNRR – spiega una docente – era stato pensato e indetto per superare il precariato ma paradossalmente non funziona e finisce per premiare magari chi ha svolto il servizio civile universale, che avrà diritto a una quota di riserva di posti a svantaggio dei precari che hanno fatto il concorso e a quelli che hanno lavorato da anni nella scuola”.
E ancora: “Ci sono meno posti per le supplenze – aggiunge un’altra – perché accantonati per le immissioni in ruolo. I presidi stanno nominando su cattedre cosiddette FAD, cioè fino ad avente diritto, e succede anche che se accetto una FAD e poi nominano l’avente diritto, io perdo il posto. E se a mia volta pur di lavorare ho scelto una sede disagiata e non gradita per la supplenza FAD, se mi chiamano in ruolo sulla classe di concorso in cui sto insegnando rischio di dovere stare per tre anni sullo spesso posto”. Non c’è pace tra gli insegnanti idonei al concorso PNRR 2023. Dopo aver superato le selezioni previste dal concorso, i docenti si trovano ancora esclusi dal mondo del lavoro, senza idoneità e senza graduatoria a scorrimento, condannati a “una condizione di precarietà insostenibile”. Abbiamo raccolto le lamentele di quanti si sentono danneggiati e frustrati da un sistema che li penalizza e che ha portato in piazza un esercito di lavoratori e con essi le istanze di persone che devono fare i conti anche con i costi indotti da trasferimenti, alberghi, corsi abilitanti e disagi di ogni genere.
La mobilitazione nazionale del mese scorso aveva l’obiettivo di ottenere il riconoscimento delle competenze di chi ha superato le prove concorsuali, chiedendo la pubblicazione di graduatorie di merito trasparenti e la fine dell’incertezza lavorativa. I partecipanti, come pure abbiamo riportato nei giorni scorsi, continuano a chiedere “un sistema equo e dignitoso, che valorizzi il lavoro degli insegnanti, senza trattarli come numeri in graduatorie opache o strumenti di profitto per enti privati”. E’ stato a più riprese chiesto il sostegno delle principali organizzazioni sindacali e delle istituzioni. Si chiede stabilità lavorativa, riconoscimento dell’idoneità e della graduatoria di merito e a scorrimento per gli idonei PNRR 23/24, pubblicazione di graduatorie di merito trasparenti e rispettose dei principi di equità, riconoscimento dell’idoneità per chi ha superato le prove.
“La cosa assurda – lamenta un altro insegnante – è che siamo risultati idonei a queste classi di concorso ma dobbiamo partecipare al prossimo: è frustrante, se si pensa anche alle spese di trasporto, a quelle per gli alberghi, al dispendio di energie e di forze. Si insegna senza serenità. Confidiamo in un’auspicabile apertura verso noi idonei. Chiediamo una graduatoria per gli idonei a scorrimento e l’annullamento del prossimo concorso”. E ancora: “Se lo vinci o se non lo vinci devi fare corso abilitante organizzato dalle università, corsi che sono a pagamento che vanno da 2000 a 2500 euro. Io non l’ho fatto per motivi economici e non potrò farlo nemmeno in futuro, sempre per motivi economici. Già a luglio scorso ho dovuto rinunciare, non potevo chiedere 2500 euro alla mia famiglia che già mi sostiene fuori sede, visto che quest’anno non ho ancora una supplenza”. E ancora: “Avrebbero dovuto aspettare e lasciare le cose com’erano per quest’anno e immettere in ruolo in settembre 2025 in modo da garantire la continuità a gli alunni e l’inizio della programmazione didattica nei tempi poiché ancora oggi ci sono convocazioni e mancano gli insegnanti”.
Antonella Scarafino, 34 anni, è un’insegnante della provincia di Foggia. Laureata in Lettere, insegna Italiano e Storia. Antonella solleva una questione particolare: “Chi ha superato le prove ma non rientra tra i posti messi a bando – dice – non ha la possibilità di vedere la propria posizione in graduatoria e resta escluso da tutto, senza un’abilitazione e senza una graduatoria ad esaurimento che permetta un inserimento in ruolo futuro. Ad esempio, in Lombardia ci sono circa 430 posti, la graduatoria di merito uscirà con i 430 nomi, tutti gli altri che hanno superato le prove sono esclusi dalla graduatoria e non possono vedere nemmeno dove si sono posizionati”.
Professoressa Antonella Scarafino, a questo punto che cosa si fa?
“Se non dovessi comparire in quella graduatoria dei vincitori tutti gli sforzi fatti sarebbero vani. Non saprei nemmeno quale posizione occuperei in una graduatoria totale dei candidati che hanno superato le prove. Abbiamo superato il concorso, ma potremmo doverne rifare un altro da zero con le stesse caratteristiche che sarà bandito questo autunno come da Pnrr”.
Lei da quanti anni insegna?
“Insegno da cinque anni, questo sarebbe il sesto se insegnassi anche quest’anno, ma quest’anno non sto lavorando. Mi sono trasferita in Lombardia quattro anni fa, ma ora sono in Puglia. Là ho sostenuto il concorso PNRR visto che vi ho insegnato. Ho superato tutte le prove per entrambe le classi di concorso per le quali mi ero candidata, A012 e A022, tuttavia mi sono inserita in GPS in Puglia”.
Come mai?
“Con lo stipendio che prendiamo sappiamo tutti che è difficile affrontare il costo della vita a Milano. Se mai dovessi restare a Milano lo farei solo per entrare di ruolo. E’ da anni che sono via, prima in Umbria, poi in Lombardia. Ho già sostenuto un concorso in passato, il concorso straordinario del 2020. Potevano accedervi i precari che avessero dimostrato tre anni di servizio e io l’ho fatto in Puglia per poter tornare a casa, ma i posti disponibili erano pochissimi e non era abilitante essendo un concorso straordinario. Quindi tutto da rifare e intanto non lavoro”.
Perché si ritrova oggi senza lavoro?
“Perché essendomi spostata di Gps in Puglia, la situazione è diventata difficile. Avevo consultato i bollettini per capire quante sarebbero state le opportunità di lavorare qui e sembrava che ci fossero, stando ai risultati delle mie ricerche. Tuttavia quest’anno le cattedre erano pochissime e sono state date solo ai colleghi che nel frattempo si sono abilitati e sono stati inseriti nella prima fascia”
E lei perché non si è abilitata?
“Perché i corsi abilitanti erano aperti solo a coloro che avevano un’abilitazione, ergo anche il Tfa sostegno. In questo modo chi aveva già un’abilitazione o il Tfa sostegno si è abilitato su materia con questi corsi abilitanti a pagamento, che io non posso fare perché per noi non abilitati i percorsi sono a numero chiuso e quindi vi rientrano poche persone. Ho tentato di entrare, ma non ci sono riuscita, dunque non sono entrata in prima fascia proprio per questo motivo”.
Tuttavia ha superato il concorso PNNR. E’ così?
“E’ così, però c’è un’altra questione. Questo concorso l’ho superato in Lombardia, ma la graduatoria di merito non è stata pubblicata. Nel frattempo sto pagando un affitto a Milano dove ero l’anno scorso e dove ho una casa che, prima di sapere se sarò o meno vincitrice di concorso, non posso permettermi di lasciare vista la difficoltà risaputa di trovare una sistemazione nella città in questione. Pago 690 euro al mese per una stanza”.
Qual è il problema più urgente che attanaglia la posizione sua e quella dei suoi colleghi che si trovano in analoga situazione?
“C’è stata una circolare del ministro in merito alle cattedre FAD, che sono state assegnate con la clausola risolutiva espressa in favore dell’avente diritto. Però questo chiarimento dice che chi ha preso questa cattedra se risulta vincitore di concorso, qualunque sia il suo punteggio avrà diritto di rimanere su quella cattedra. Faccio un esempio concreto: un collega ha un totale di 200 punti e non sta lavorando, mentre un altro ne ha totalizzato invece 180 ma è sulla FAD: che cosa succede se entrambi risultassero vincitori di concorso? Succede che chi è su una Fad resterà su quella cattedra – che ovviamente è sulla sua provincia di gradimento altrimenti non sarebbe su quella GPS – mentre tutti gli altri dovranno scegliere sulle cattedre che resteranno, al netto di quelle già occupate da contratti FAD. In questo modo la graduatoria di merito non è più di merito, ma di fortuna poiché per esempio chi ha ottenuto un punteggio molto alto e ambirebbe a una cattedra in una sede gradita si ritrova ad accedere tra le cattedre rimanenti magari in una provincia lontana da casa. Anche se io riuscissi a entrare in ruolo entro breve, rischierei di finire in una provincia lontana e questo perché i posti accantonati per il concorso potrebbero andare a chi sta lavorando con la Fad”.
Voi sostenete che queste procedure non premiano il merito
“Infatti si tratta di una procedura che non premia il merito perché non viene rispettato il punteggio ottenuto nel corso delle prove concorsuali. Quello che insegniamo ai nostri allievi è che se ci si impegna, prima o poi i risultati arriveranno e che è possibile realizzare i propri sogni mediante il sacrificio e la tenacia. Ma come posso sostenere questa idea se io stessa ho studiato e sacrificato tanto, ho superato due concorsi e ora mi sento in balia del caso? E questo per una serie di motivi: le FAD, l’algoritmo, i concorsi non abilitanti e i corsi abilitanti a pagamento, le nuove riserve di cui con capisco il nesso con l’insegnamento, come quella per il servizio civile universale. Insomma, a causa di tutto quello che oggi rende la scuola un mercato dove avviene una mercificazione di titoli e di persone”.