Coronavirus, UDU: oltre l’emergenza, rifinanziamo il sistema sanitario nazionale

UDU – Siamo arrivati al momento più complesso della gestione dell’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, in cui tutto il territorio nazionale è diventato zona protetta ed in cui è stato emanato il decreto che aumenta ulteriormente le restrizioni per cercare di limitare i contagi ed il diffondersi del virus.
La scelta da parte del Governo di adottare misure così stringenti viene sicuramente dalla necessità di contenere il virus, in maniera più efficace di come fatto sino ad adesso, ma soprattutto dal fatto che le strutture ospedaliere ed in particolare i reparti di malattie infettive versano in uno stato di saturazione dei posti letto in particolare in terapia intensiva.
Dichiara Enrico Gulluni, coordinatore UDU – Unione degli Universitari:”Le difficoltà che sta affrontando il nostro paese nel fronteggiare questa emergenza e le criticità che sono emerse durante gli ultimi anni a far fronte alle necessità di cura, che con l’emergenza coronavirus sono esponenzialmente aumentate, non fanno altro che confermare lo stato di crisi in cui si trova il nostro Servizio Sanitario Nazionale.”
Continua Gulluni: ”Le condizioni di lavoro nei reparti ospedalieri e nei servizi territoriali stanno notevolmente peggiorando in tutto il territorio nazionale, causando notevoli disservizi nei servizi sanitari e mettendo a dura prova interi reparti ed interi ospedali. Proprio negli ultimi anni abbiamo assistito all’introduzione ed al progressivo aumento di nuove forme contrattuali subordinate a tempo determinato, parasubordinato o peggio ancora libero professionale, con un progressivo dilagare della precarietà anche per le professioni medico-sanitarie e con il conseguente declassamento dei contratti collettivi nazionali”.
Continua ancora Gulluni: ”Il fortissimo sotto finanziamento degli ultimi anni ed il blocco del turnover hanno determinato, ad oggi, una profonda crisi delle strutture ospedaliere e una carenza nelle dotazioni organiche del personale medico e sanitario. I piani di lavoro, i turni di guardia vengono coperti con crescenti difficoltà e con il ricorso all’uso indiscriminato delle reperibilità spesso a carattere sostitutivo e non integrativo, all’aumento del precariato e all’utilizzo dei medici specializzandi, che da soggetti ancora in formazione sono chiamati a reggere interi reparti ed a svolgere mansioni che non potrebbero svolgere, nonché ad assumersi responsabilità che non gli competerebbero.”
Conclude Gulluni: “Il momento di particolare difficoltà che sta affrontando tutto il nostro paese ci conferma ancora una volta quanto sia importante e fondamentale avere un Sistema Sanitario Nazionale pubblico, e quanto sia necessario reinvestire su di esso. L’instancabile lavoro di tutti gli operatori sanitari in questo momento di crisi nonostante le condizioni di tante delle nostre strutture sanitarie vessate da anni di sottofinanziamento e la conferma di tutto ciò. A loro va il nostro più sentito ringraziamento, siamo al loro fianco e pretendiamo che, passato questo momento così delicato, si faccia un serio ragionamento sullo stato della nostra sanità pubblica e si vada oltre la situazione emergenziale, finanziando in maniera strutturale tutto il Sistema Sanitario Nazionale, partendo dal superamento del numero chiuso per l’accesso alla formazione medica e sanitaria, passando per il potenziamento e l’innovazione della didattica, garantendo a tutti i neolaureati l’accesso alle Scuole di Specializzazione. “