Coronavirus, le videolezioni ci permettono di stare vicini ai nostri studenti

L’emergenza sanitaria che sta fronteggiando l’Italia e il mondo intero, sta mettendo tutti a dura prova. Per il nostro bene e di chi ci sta intorno, è necessario restare in casa e a mantenere delle distanze di sicurezza.
Si tratta di un momento in cui tutti siamo chiamati a fare la nostra parte e a rispettare il distanziamento fisico. Questo virus, come ormai sappiamo, ha una contagiosità altissima e il reale pericolo è proporzionato al non rispetto delle regole. Proprio per questo, la cosa principale da fare in questi giorni è avere buon senso ed essere responsabili.
Ma come avranno reagito i ragazzi di fronte a questa richiesta di enorme sacrificio? Come si può cercare di non sconvolgere troppo la loro routine quotidiana? Sicuramente iniziando con il continuare a garantire lo svolgimento regolare delle attività didattiche.
Non è semplice e questo lo sappiamo. Come diffuso già da alcuni media, Il divario tra scuola e scuola e tra ateneo ed ateneo esiste. Alcuni istituti avevano già offerte formative basate sulle tecnologie digitali mentre altre si trovano in grave difficoltà perché devono partire quasi da zero.
Avere la possibilità di svolgere e assistere a una videolezione è una possibilità importante che permetterà agli studenti, non solo di non rimanere indietro con il programma scolastico, ma anche di combattere l’isolamento e continuare a mantenere rapporti (seppur virtuali) con i propri compagni di classe.
Tante volte abbiamo sentito dire che la tecnologia avvicina i lontani e allontana i vicini. Mai come in questo momento ne abbiamo la dimostrazione. Abbiamo sempre visto la tecnologia come uno strumento freddo, ma in questa situazione di emergenza abbiamo la possibilità di rivalutare le sue potenzialità. Non basta infatti un semplice click per ricreare un senso di normalità. È importante il ruolo svolto dai docenti. Sono loro a non doversi limitare solo ad esporre la lezione, ma dovranno riuscire a trasmettere empatia e sentimenti, nonostante la difficoltà della distanza. È necessario spiegare ai ragazzi cosa sta succedendo e come affrontare questa emergenza, ascoltando anche le loro domande e i loro dubbi.
Dobbiamo insegnare, oltre alla storia, anche l’affettività e il senso civico, soprattutto in un momento come questo, sviluppando le competenze relazionali di base, fondate sull’empatia, ossia sulla capacità di entrare in sintonia con le emozioni dell’altro. Se non ci preoccupiamo di insegnare ad ascoltare le emozioni, ad ampliare la loro grammatica emotiva, il senso di smarrimento e l’isolamento in cui molti di loro si trovano aumenterà e saranno sempre più incapaci di dire, di immaginare e di esternare ciò si prova in una determinata situazione.
Tante volte abbiamo criticato la tecnologia per aver creato un senso di alienazione e isolamento tra le persone vicine. Questa volta, però, abbiamo la possibilità di ribaltare il suo ruolo all’interno della scuola e possiamo darle la possibilità di fare da supporto all’istruzione e ai rapporti sociali.
Si può stare vicini, pur essendo lontani.