Coronavirus, passeggiate didattiche con distanza di sicurezza per rispondere all’isolamento a cui andiamo incontro. Lettera

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inviata da Marina Sacchetto – In questo momento di emergenza sanitaria si parla molto di didattica a distanza, un ottimo modo per far sentire la vicinanza agli studenti.

I ragazzi hanno però bisogno anche del confronto, della socialità.

Perché allora non permettere alle scuole di integrare l’offerta di lezioni a distanza con l’outdoor learning, l’apprendimento all’aperto, pratica ormai diffusa e consolidata in molti Istituti del nostro Paese.

Si potrebbe avviare una sperimentazione, in via preventiva anche soltanto nelle piccole scuole rurali come quella  in cui insegno italiano, storia e geografia agli studenti della Secondaria di Primo Grado.

Da anni portiamo avanti progetti attraverso passeggiate didattiche, iniziative sportive, didattica nel territorio: sono attività che non richiedono risorse economiche, spostamenti, e che potrebbero essere svolte in sicurezza e nel rispetto della norma, a piccoli gruppi, con la partecipazione volontaria e facoltativa di studenti e insegnanti (come lo è quella della didattica online).

Disponiamo di fantastiche risorse paesaggistiche, naturali e di spazi all’interno del paese in cui è possibile fare scuola diffusa (campi sportivi, piazze, boschi).

Sarebbe un modo per vivere momenti assieme, di socialità reale, ritrovarsi con i compagni e i professori anche solo qualche ora alla settimana.

Avviare una sperimentazione in tale senso potrebbe essere utile anche per capire quali metodologie siano efficaci non solo per colmare i vuoti nel programma, ma per rispondere all’isolamento sociale e umano a cui andiamo incontro.

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