Coronavirus, mozione Forza Italia scuole paritarie: con la loro chiusura +2,3 mld di spese per lo Stato

Scuole paritarie a rischio chiusura per l’emergenza sanitaria. Mozione Forza Italia.
Diversi sono gli effetti dell’interruzione dell’attività didattica sulle scuole paritarie rispetto alla scuola statale. Così leggiamo nel testo della mozione:
“Le scuole paritarie cioè, che la legge vuole “senza fini di lucro,” per come è strutturato l’impianto normativo dell’emergenza possono fruire soltanto della cassa integrazione in deroga per i dipendenti, qualunque sia il
loro numero. Non possono vantare né le garanzie che lo Stato e gli altri enti pubblici territoriali assicurano per la gestione degli edifici che ospitano gli istituti scolastici, né le provvidenze economiche di cui – di converso – possono usufruire le scuole non statali e non paritarie che invece, avendo fini di lucro, strutturano la gestione della propria attività quale attività di impresa, dovendo farsi carico interamente di tutti quegli oneri che gravano comunque su quegli enti anche durante il periodo – come quello attuale – in cui non svolgono alcun tipo di attività didattica;
Il Consiglio Permanente della CEI, ha espresso in merito alle scuole paritarie le proprie preoccupazioni: “se già ieri erano in difficoltà sul piano della sostenibilità economica, oggi – con le famiglie che hanno smesso di pagare le rette a fronte di un servizio chiuso dalle disposizioni conseguenti all’emergenza sanitaria – rischiano di non aver più la forza di riaprire”; oltre che dalla presidente dell’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi) madre Yvonne Reungoat e dal presidente della Conferenza italiana dei superiori maggiori (Cism) padre Luigi Gaetani, secondo cui, “senza un intervento serio dello Stato, il 30% delle scuole pubbliche paritarie sarà destinato a chiudere entro settembre, se non si dichiarerà bancarotta già entro maggio”.
Con l’ulteriore aggravio, come dicono ancora i Vescovi Italiani, “di alcuni miliardi di euro all’anno sul bilancio della collettività”, e della mancanza di servizi con cui supplirne l’assenza.
La Fase 2 – sottolinea la mozione di FI – deve sostenere e valorizzare il ruolo di esse all’interno del sistema nazionale di istruzione; oltre agli interventi di natura economica, l’enorme patrimonio umano e di strutture delle scuole paritarie (180.000 tra docenti e operatori scolastici, 12.000 sedi scolastiche distribuite su tutto il territorio nazionale) potrebbe rivelarsi utilissimo per agevolare la ripresa nel comparto istruzione. Come suggerito da Cism e
Uism, le paritarie, con la loro maggiore flessibilità, potrebbero cominciare ad accogliere almeno una parte degli alunni più piccoli durante le settimane iniziali della ripartenza, quando i genitori che riprenderanno a lavorare non sapranno come gestire i figli. Non solo: potrebbero mettere a disposizione delle scuole statali, a partire da settembre, una parte dei loro edifici, spesso non del tutto utilizzati, per garantire un sufficiente “distanziamento sociale” “in una sorta di patto educativo e civico” che rinsaldi quella visione unitaria del sistema nazionale di istruzione fatta propria dal dettato costituzionale e ribadita dalla legge 62, per molti versi ancora inattuata;
Forza Italia chiede dunque che tra gli interventi di ordine economico che la politica sta predisponendo in ogni settore e sostanzialmente per ciascuna categoria di lavoratori, servizi, imprese e famiglie, vi sia anche un intervento a favore delle famiglie degli studenti delle scuole paritarie nelle forme e nel quantum che saranno giudicate più opportune (es. detrazione, voucher o deduzione).
In Italia, ricorda la mozione – sono 880mila gli studenti che frequentano le oltre 12mila scuole paritarie che svolgono servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale d’istruzione. Secondo le stime circa il 30% di queste realtà non sarà in grado di riaprire a settembre. Il settore delle scuole paritarie, dunque, sarà soggetto a forti tensioni. Da una parte, i genitori tenderanno a spostare massicciamente i figli nelle scuole statali per
fronteggiare la crisi e ridurre i costi di iscrizione, dall’altra si può prevedere un aumento dei costi fissi indotto dalle future regole del distanziamento sociale; lo scenario sembra alquanto negativo specialmente per gli istituti statali che saranno costretti ad abbassare il livello del servizio, già in difficoltà dal difficile adattamento alle nuove regole di distanziamento in strutture già di per sé precaria, con il plausibile conseguente aumento dei costi. Secondo l’OCSE, uno studente della scuola paritaria costa allo Stato 500 euro ogni anno, mentre al nostro Paese ogni alunno iscritto negli istituti pubblici costa 8.200 euro, dunque i 300mila studenti in più che si
iscriverebbero alla scuola statale, qualora dovesse fallire il sistema di scuole paritarie, costeranno alle casse pubbliche circa 2,3 miliardi aggiuntivi.
Forza Italia chiede pertanto al Governo di sostenere in maniera adeguata le scuole paritarie attraverso il sistema dell’applicazione del costo standard
per studente dando piena attuazione alle libertà di scelta educativa e attraverso la detrazione fiscale del 100% delle rette in attesa.