Coronavirus, Link: servono misure per studenti di giurisprudenza e dei praticanti forensi

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Comunicato Link Coordinamento Universitario – Siamo studenti di giurisprudenza, studenti-praticanti e praticanti forensi.

In questi mesi di emergenza COVID-19 stanno venendo alla luce molte contraddizioni, dalle difficoltà del sistema sanitario alle problematiche legate al digital divide e alla digitalizzazione collettiva.

Tra tutte, anche la nostra condizione è stata colpita in maniera particolare, dimostrando ancora una volta la vulnerabilità di una situazione che non è né definita né tutelata. Diventa,quindi, ancora più necessaria l’istituzione di un contratto di formazione, che regolarizzi la figura del praticante forense.

In queste settimane i praticanti e gli studenti-praticanti hanno visto cambiare radicalmente la loro condizione: in molti casi è difficile continuare a ricevere una formazione senza poter frequentare gli studi ed i tribunali, in altri casi il lockdown ha comportato il venir meno di un contributo economico, spesso purtroppo inesistente, in altri casi ancora il livello di sfruttamento nel lavoro è stato aumentato dallo smart working.

Le richieste degli studenti

Rispetto all’accesso alla pratica, c’è una difficoltà dei laureandi di iscriversi in tempo (10 maggio 2020) per accedere all’esame di abilitazione 2021; una situazione che non dipende dalla volontà del singolo studente ma dallo stato di emergenza legato al Covid-19. Riteniamo che per rispondere a una situazione eccezionale siano necessarie misure emergenziali che permettono ai neolaureati di poter accedere all’Esame di abilitazione del 2021.

Da un lato, come rappresentanti degli studenti, ci stiamo adoperando con gli Atenei per anticipare esami e sessioni di laurea in modo da garantire il più possibile l’accesso alla pratica in tempo.

Dall’altro lato il Governo, gli Ordini locali e il CNF devono operare per permettere ai laureandi la possibilità di iscriversi successivamente al Registro dei Praticanti.

Se, a maggior ragione, si tiene conto del decreto legge che prevede l’estensione dell’anno accademico fino al 15 giugno, non possiamo permettere assolutamente che tantissimi studenti perdano inutilmente un intero anno, con la problematica conseguenza di essere costretti ad accedere all’Esame di Stato solo a partire dal 2022 a causa del Covid-19.

La situazione di lockdown totale inoltre, impedisce a molti la ricerca di uno studio legale in cui svolgere la pratica, rendendo impossibile anche per gli studenti già laureati di iniziare la pratica forense in queste settimane.

Così come già richiesto dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) al Ministro Bonafede è necessario posticipare la possibilità di iscriversi al registro dei praticanti almeno fino a giugno. È auspicabile altresí, ridurre, in via eccezionale, i mesi di pratica necessari a sostenere l’esame per l’abilitazione alla professione forense, tenendo in considerazione anche che gran parte delle attività dei tribunali sono bloccate fino al 31 maggio; va garantita quindi la possibilità di iscriversi anche a giugno e di sostenere l’esame sempre nel 2021.

Le richieste degli studenti-praticanti e dei praticanti

Tali difficoltà in merito all’accesso alla pratica colpiscono tanto i laureandi, quanto gli studenti che anticipatamente volevano accedere alla pratica forense ma a cui mancano gli esami fondamentali, richiesti per poterlo fare, a causa dello slittamento degli appelli.

Ulteriore problema si avrà anche con le udienze semestrali obbligatorie dal momento che i praticanti già iscritti al registro non riusciranno a coprire il numero di presenze necessario a causa della chiusura dei tribunali.

Così come già riportato dal Consiglio Nazionale Forense e da alcuni Ordini locali, avanziamo la richiesta che il Governo elimini il requisito numerico delle venti udienze per i praticanti e delle corrispettive per gli studenti-praticanti, mantenendo ugualmente valido il semestre ai fini dell’accesso all’esame di abilitazione, quindi senza l’obbligo di recuperare in seguito le udienze mancanti.

Vogliamo lanciare un appello alle istituzioni competenti, al Governo, al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, al Consiglio Nazionale Forense, all’Organismo Congressuale Forense, agli Ordini degli Avvocati, ai Dipartimenti di Scienze Giuridiche affinché riconoscano queste contraddizioni e diano una risposta immediata e concreta ai bisogni di molti e molte di noi: non possiamo permettere che questa emergenza sanitaria vada a corroborare la precarietà e l’instabilità da cui la nostra situazione già è afflitta.

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