Coronavirus, in ex zone rosse scuole riaprono: ATA a lavoro ma attività didattiche sospese fino al 3 aprile in tutta Lombardia e 11 province

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Ieri il Consiglio dei Ministri ha varato un nuovo decreto che modifica parzialmente i precedenti, istituendo delle aree con maggiore restrizione (da non chiamare più zone rosse).

Cosa prevede il nuovo decreto

Il Decreto prevede l’istituzione di ampie aree del Nord con maggiori restrizioni. Si parla di tutta la Lombardia e delle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria.

Nel testo si superano i contenuti del decreto del 4 marzo, nella quale si individuavano zone rosse con forti restrizioni.

Le vecchie zone rosse

Ricordiamo che i seguenti comuni Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia,Terranova dei Passerini (Lombardia); Vò (Veneto) erano state definitie aree zona rossa. Di conseguenza le scuole erano state chiuse fino al 15 di marzo lasciando a casa sia personale ATA che docenti.

Norma superata, cosa succede adesso?

In queste aree decade il divieto e le scuole riapriranno i battenti, ma lasciando ancora sospese le attività didattiche.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che il personale ATA dovrà tornare al lavoro e garantire i servizi. Mentre i docenti e gli studenti continueranno a lavorare da casa attraverso le classi virtuali.

Attività sospese fino al 3 di aprile

Le ex zone rosse, che ricadono nelle aree con maggiori restrizioni individuate nel decreto 8 marzo, passeranno quindi dalla chiusura alla sospensione delle attività didattiche, ma le misure passano dal 15 di marzo al 3 aprile, insieme a tutte le aree interessate (Lombardia eprovince di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria).

Cosa succede in tutto il resto d’Italia

Fino a nuovo decreto, nel resto d’Italia le cose non sono cambiate, le scuole dovranno sospendere le attività didattiche e attivare modalità a distanza fino al 15 di marzo.

Il testo del nuovo Decreto

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