Coronavirus, il governo non esclude proroga dello stato di emergenza: si deciderà a ridosso del 15 ottobre

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Il coronavirus torna a fare paura all’Europa. La situazione, secondo quanto segnala il commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides, è peggiore rispetto a marzo anche se in alcuni paesi, come l’Italia e la Germania pare che l’epidemia sia sotto controllo.

Il Covid-19 mette in difficoltà due paesi in particolari: la Francia e la Spagna, ma anche il Regno Unito non passa bei momenti così come il Belgio e l’Olanda. L’UE, dunque, invita, i governi ad eseguire più test, a migliorare il tracciamento e a rinforzare la sanità pubblica. L’Italia è “accerchiata” dal Covid-19, ma il Paese sembra rispondere meglio rispetto a febbraio-marzo. Molto dipenderà dalle curve epidemiologiche dei paesi limitrofi.

Secondo quanto segnala La Repubblica, resta in ballo la questione della proroga dello stato di emergenza che scade il 15 ottobre. Il governo deciderà proprio a ridosso della scadenza con l’esecutivo che intende valutare ai primi di ottobre i numeri dei contagi generati dall’effetto scuola.

Una cosa, però, secondo quanto riporta il quotidiano, deve essere chiaro: se lo stato di emergenza è stato prorogato dal 31 luglio al 15 ottobre nel momento più “fiacco” dell’epidemia, difficilmente non potrà essere prorogato almeno fino al 31 dicembre nel momento in cui è prevista una recrudescenza del virus.

Stato di emergenza, cosa significa

Sottolineando, anche una volta, che lo stato di emergenza non significa lockdown, lo scopo della proroga dello stato di emergenza è consentire al governo di varare misure urgenti come i Dpcm senza passare per il Parlamento e per la Protezione Civile di acquistare mascherine o ciò che altro occorre bypassando procedure di gara o concorsi.

Lo stato di emergenza può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia. Può essere dichiarato anche in caso di gravi eventi all’estero nei quali la protezione civile italiana partecipa direttamente.

Il Codice della Protezione Civile (Decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018), ridefinisce la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale, portandola a un massimo di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi.

Il Consiglio dei ministri può deliberare lo stato di emergenza nazionale, senza necessità di passare per il Parlamento, per gli eventi calamitosi di tipo C. In Italia, infatti, tali eventi sono classificati in 3 tipi in base a estensione, intensità e capacità di risposta del sistema di protezione civile: il tipo A prevede una direzione degli interventi a livello comunale, il tipo B a livello provinciale e regionale, il tipo C a livello nazionale. 

Lo stato di emergenza può essere dichiarato dal Consiglio dei ministri anche come misura preventiva, ovvero “al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia”. Può inoltre essere dichiarato in caso di “gravi eventi all’estero nei quali la Protezione civile italiana partecipa direttamente”.

Allo scadere dello stato di emergenza viene emanata un’ordinanza “di chiusura”, che disciplina e regola il subentro dell’amministrazione competente in via ordinaria e quindi il ritorno alla normalità.

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