Coronavirus, un lockdown generalizzato: un fantasma che aleggia con forza e torna a fare paura.
Il corteo di protesta contro il coprifuoco imposto dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca, è degenerato nella guerriglia urbana.
Diverse centinaia di persone si sono ritrovate dal centro storico fino a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione nei pressi del lungomare partenopeo. In almeno tre diversi momenti si è raggiunto lo scontro tra un gruppo di facinorosi e le forze dell’ordine, in assetto antisommossa con lancio di oggetti contro le forze dell’ordine e di bombe carta e fumogeni contro la sede della Regione.
In uno dei momenti maggiormente concitati una troupe di SkyTg24 è stata aggredita proprio mentre il giornalista, Paolo Fratter, era in collegamento con lo studio.
La situazione peggiora
I dati che accelerano e sfiorano quota 20mila, il rapporto dell’Istituto superiore di sanità che chiede nuove misure, perché la situazione è in “peggioramento” e le criticità dietro l’angolo. Sulla stessa linea l’appello di 100 tra accademici e docenti partito nella notte e rivolto al premier Giuseppe Conte e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Poco prima, attorno all’ora di pranzo, intervenendo al Festival del Lavoro, Conte invitava a far di tutto “scongiurare un secondo lockdown generalizzato”, lavorando di buona lena per “evitare l’arresto dell’attività produttiva e lavorativa, come pure la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici”.
Assicurando che il governo è pronto “a intervenire nuovamente in qualsiasi momento ove fosse necessario”, ma la domanda che rimbalza ora è se il momento sia adesso.
Eppure, poco prima che i nuovi dati venissero diffusi, a Palazzo Chigi confidavano in un weekend relativamente tranquillo, senza colpi di scena o nuovi Dpcm a sorpresa, ma nel pomeriggio il vento cambia direzione ed è pressing del Pd, dove in molti spingevano per “chiudere subito”, con l’obiettivo di tentare di ‘salvare’ il Natale.
Un lockdown fino all’Immacolata – il ragionamento – tenendo un occhio vigile sui dati e sperando in un ritorno a una pseudo normalità per le festività natalizie. Luigi Di Maio, in un post su Facebook in cui difende a
spada tratta l’operato della ministra Lucia Azzolina dagli attacchi, ammette: “dobbiamo dirci chiaramente che alcune cose non vanno. Penso ai drive-in. E’ inaccettabile fare 8-10 ore di fila per un tampone e su questo, come su altri aspetti, il governo deve lavorare duramente per dare risposte rapide e concrete ai cittadini, che non hanno colpe”.
Un lockdown generalizzato: un fantasma che aleggia con forza e torna a fare paura.
Secondo i dati dell’ultimo bollettino, in tutto il Paese sono stati effettuati 182.032 tamponi. Nel monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute per la settimana 12-18 ottobre 2020 (aggiornato al 20 ottobre), si legge che la situazione dell’epidemia nel nostro Paese evidenzia segnali di criticità. Sono 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi. Da Nord a Sud, ecco i cluster più preoccupanti.
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