Coronavirus: fase 2 dal 4 maggio, scuola troppi nodi da sciogliere per riapertura. Rischio chiusura anche a settembre. Se turnassimo lezioni in presenza?

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L’Italia si appresta a passare alla cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Il che significa che molte attività potranno riaprire, anche se ci sarà sempre il divieto di assembramento. Le scuole potrebbero restare chiuse.

Ripartenza, con cautela

Gradualità, è questa la parola d’ordine che sottenderà il riavvio della vita economica e sociale in Italia a seguito dell’emergenza Coronavirus. La data potrebbe essere il 4 maggio, ma le misure non consentiranno gli assembramenti.

Ricordiamo che giorno 13 scadrà il divieto di chiusura attività, ma entro venerdì o sabato il Governo emanerà  un’altra serie di indicazioni per traghettare il paese verso la fase 2.

Misure fase 2

Se il cosiddetto “indice di contagio ‘Ro” sarà confermato e continuerà a scendere, potrebbe arrivare il via libera per alcune imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, alcune aziende meccaniche, ma anche qualche negozio che vende prodotti per il tempo libero oppure forniture per gli uffici.

Non sarà, però, consentito stare in gruppo per strada o nei parchi, così come l’ingresso nei negozi dovrà essere scaglionato all’esterno.

Riapriranno le scuole?

Difficilmente le scuole potranno rientrare nella fase 2. Per definizione le classi sono assembramento e mantenere le misure di sicurezza appare difficile. Così come una eventuale adozione delle mascherine. Pensare di far lezione “imbavagliati” è davvero molto difficile. Spartiacque per la scuola è comunque il 18 di maggio, data inserita nell’ultimo decreto per un eventuale rientro.  Una sorta di fase 2 avanzata o fase 3. Ma ormai appare alquanto probabile è che l’anno scolastico terminerà con la didattica a distanza

Nodi da sciogliere

Troppi i nodi da sciogliere che permetterebbero alle scuole di avere i corretti requisiti per la riapertura in sicurezza, se l’emergenza non dovesse essere completamente terminata.

Classi pollaio? Termine alquanto opinabile, dipende dalla dimensione delle classi. Una classe può essere pollaio anche con 15 studenti, dipende dalla dimensione della stanza, soprattutto se si prende in considerazione quel metro di distanza che viene indicato come “sicuro” contro i contagi.

Il problema è, quindi, il patrimonio degli edifici scolastici, spesso vecchi e ormai inadeguati. Oltre che pensati per una didattica tradizionale, trasmissiva che consente anche studenti stipati.

Con classi che vanno fino ad un massimo di 30, difficilmente, a meno di investire in modo consistente aumentando gli organici dei docenti, si potrà raggiungere lo standard di un metro di distanza tra un banco e l’altro. Senza contare gli ambienti comuni usati, ad esempio per le ricreazioni (chiediamo agli studenti di star seduti per 6 ore al giorno).

Chiusi anche a settembre … se turnassimo?

Limiti che potrebbero inficiare anche l’apertura stessa a settembre (per cui il Ministero ha già un piano), a meno di non pensare ad una didattica turnata tra chi sta a casa con la didattica a distanza e chi, magari per una settimana al mese, torna a scuola consentendo di avere un contatto diretto tra docenti e studenti.

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