Coronavirus: dobbiamo resistere e gli insegnanti hanno un ruolo importante in questa emergenza. Lettera
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inviata da Caterina Altamore – È un periodo difficile quello che stiamo vivendo. Sembra surreale, impossibile. All’improvviso ci siamo trovati catapultati in una dimensione non nostra, che mai avremmo immaginato. Tutti coinvolti. Non solo alcuni. Tutti.
Navighiamo a vista, stretti in questa barca che cerca di galleggiare e di superare le onde, altissime, che arrivano improvvise e minacciose.
Stretti. Separati, ma stretti.
È un’emergenza mai vista.
Un’emergenza che riguarda ciascuno di noi, che è presente in ogni quotidianità.
Quali soluzioni adottare?
Il virus ha interrotto relazioni, abbracci, progetti.
Quel che è certo è che la diffusione è rapida e, per questo, devono essere evitati assembramenti. Per questo le scuole sono state chiuse. Per questo, facendo appello al senso civico, è stato chiesto ai docenti di sospendere le lezioni e sono state suggerite attività a distanza (non obbligatorie).
Non possiamo non ignorare questo appello e dobbiamo attenerci rigorosamente ai comportamenti richiesti. Restiamo in casa, se non è indispensabile uscire. Proviamo a mantenere i contatti, quelli virtuali, che sono possibili grazie alla tecnologia.
Però, come insegnanti, non possiamo non condividere che nella quotidianità, improvvisamente rovesciata, avvertiamo l’assenza dei nostri alunni. Con molti di loro siamo in contatto, soprattutto tramite i genitori, suggerendo attività da fare.
Ma ci manca l’interazione immediata.
Ci mandano i loro sorrisi e le loro parole.
Ci mancano la loro spensieratezza e la loro gioia di vivere.
Ma è perché questa gioia di vivere possa durare ancora per molti anni che, rispondendo all’appello del Governo e del Presidente della Repubblica, nel rispetto delle nuove regole richieste, ci atteniamo rigorosamente ad esse. I nostri alunni continueranno a sorridere anche grazie al nostro impegno.
Dobbiamo resistere.