Coronavirus, Crisanti: “Siamo a questo punto perché a giugno non abbiamo fatto abbastanza”

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“Io penso che siamo in questa situazione perché da giugno a oggi non abbiamo fatto nulla o abbiamo fatto molto poco”.

A sottolinearlo Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’università di Padova e direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, durante l’audizione informale di oggi alla Commissione Affari sociali della Camera.

Il virologo ha portato l’esempio di Vo’ Euganeo proponendo un modello per controllare l’epidemia di Covid-19 basato sul ‘network testing’, cioè sulla strategia di testare lo spazio di relazione della persona che risulta infetta.

Per realizzare questo modello, fa notare Crisanti, serve “una capacità di fare test diagnostici affidabili che non si lascino scappare casi con falsi negativi; c’è bisogno di una rete informatica, in cui anche l’App Immuni trova una collocazione, che sia in grado di ricostruire i cluster in maniera spazio-temporale e prevedere le regioni che sono a rischio; e poi c’è bisogno della logistica per portare i test dove c’è bisogno”.

Su questi fronti però, a detta di Crisanti, non si sarebbe fatto abbastanza nei mesi estivi.

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