Coronavirus, ascoltiamo gli scienziati prima di parlare di rientro a scuola. Lettera
Inviato da Antonino Ciaravolo – Gentilissimo Direttore, in una lettera a “Orizzonte scuola” dei primi di marzo, richiamando il principio di precauzione, mi permettevo di dire la mia in merito al dibattito tra virologi ed epidemiologi, sostenendo la giustezza della sospensione delle lezioni in presenza ai fini di un contenimento dell’epidemia da COVID-19.
Ieri, 31 marzo, il professore Luca Richeldi, direttore dell’area “Pneumologia” del Policlinico “A. Gemelli” di Roma e ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, esplicitamente dichiarava che “chiudendo le scuole abbiamo salvato l’Italia”. La cosa è talmente evidente anche agli occhi di chi epidemiologo, virologo e pneumologo non è che non ci sarebbe bisogno di ribadirla, se non fosse che, qui e là, nelle patrie gazzette, fanno capolino le dichiarazioni di giornata di qualche politico di turno, evidentemente dal curriculum scientifico più nutrito rispetto a quello del professor Richeldi, che, senza l’ombra del dubbio, indica date di riapertura delle aule in maggio e screening di massa per studenti e docenti.
Ora, che la politica debba fare la propria parte riteniamo nessuno possa e voglia metterlo in dubbio e che la responsabilità decisionale ultima delle scelte spetti a chi rappresenta i cittadini elettori è un fatto così pacifico che non sembra argomento per simposi, ma, forse, trattandosi di materia specialistica e di una certa rilevanza per la salute pubblica il supporto di qualche parere competente non sembrerebbe peregrino.
Se tutti provassimo ad ascoltare un po’ di più, prima di enunciare opinioni travestite da certezze, chi si sobbarca quotidianamente la fatica del sapere e della ricerca scientifica, il rischio dell’errore che è a essa connaturato, la responsabilità diretta di dover affrontare un male ancora in grandissima parte “oscuro”, non sarebbe meglio per la comunità intera?