Convocazioni del Consiglio d’Istituto via WhatsApp: un rischio da evitare
L’utilizzo di WhatsApp o altre app di messaggistica per le convocazioni del consiglio di istituto è una pratica rischiosa, non essendo esplicitamente prevista dalle normative.
Un’irregolarità nella convocazione potrebbe invalidare le decisioni del Consiglio. Sebbene alcune sentenze abbiano riconosciuto la validità di atti comunicati via messaggio, la mancanza di regole chiare e standardizzate crea incertezza e potenziali problemi. La convocazione del consiglio di istituto, con l’ordine del giorno, richiede garanzie sulla ricezione e sulla certezza del momento della consegna.
L’uso di gruppi WhatsApp per comunicazioni ufficiali presenta ulteriori criticità. La possibilità di aggiungere o rimuovere partecipanti, la privacy dei dati e la potenziale intercettabilità dei messaggi da parte di terzi sono rischi da non sottovalutare.
L’articolo 11-ter del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici (dpr 62/2013, modificato dal dpr 81/2023) limita l’uso di piattaforme digitali e social media per comunicazioni di servizio, a meno che non rispondano a un’esigenza istituzionale.
È quindi necessario definire in modo esplicito i casi in cui è consentito l’utilizzo di questi strumenti, ad esempio per comunicazioni urgenti o in caso di indisponibilità di altri mezzi. Inoltre, è fondamentale regolamentare l’utilizzo della messaggistica istantanea, richiedendo la preventiva autorizzazione del destinatario e definendo le modalità di gestione degli allegati, soprattutto se contenenti dati personali.
Affidarsi a pratiche improvvisate e non regolamentate può comportare gravi rischi.