Convitto Nazionale Mario Pagano, parla il rettore: “Il digitale completa la didattica, ecco come. No alla delegittimazione di presidi e docenti” [INTERVISTA]

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Bilancio di fine anno per il Convitto Nazionale Mario Pagano di Campobasso. A Orizzonte Scuola interviene Rossella Gianfagna, rettore della storica scuola molisana. Sin dal 1816, questo istituto è stato un faro di istruzione e formazione per la regione del Molise e oltre.

Abbiamo l’opportunità di parlare con il dirigente scolastico per discutere l’anno scolastico che si è appena concluso, i progetti e le attività formative di cui è più fiera, l’integrazione della tecnologia digitale nel processo di apprendimento, e il rapporto tra scuola e famiglia.

Rettore, dal 1816 il Convitto Nazionale è un faro per la formazione in Molise e non solo. Come è andato questo anno scolastico?

Guardando a quest’anno scolastico che sta per finire posso sicuramente riscontrare un bilancio più che positivo. Dopo la pandemia c’è stato un graduale ritorno alla normalità. Niente più classi in quarantena e niente più Dad. I ragazzi hanno ripreso con le gite e con tutta la programmazione culturale che da anni contraddistingue il Convitto, ma soprattutto è tornata la socialità attraverso i rapporti tra studenti e professori. Del periodo Covid a livello amministrativo abbiamo comunque mantenuto la possibilità di riunirci a distanza, accorciando i tempi. Questo serve sempre più a migliorarci nel metodo e nell’abilità a gestire problemi ed emergenze di ogni genere.

Di quale progetto o attività formativa va più fiera?

Sono tanti i progetti e le attività che abbiamo messo in campo come del resto immagino un po’ tutte le scuole. L’anno scolastico è ripartito con la forte volontà di riprendere le attività culturali e sportive proprie del nostro Convitto. Dalla scuola di podcast a cura degli studenti fino ai dialoghi con prestigiosi scrittori, giornalisti ed esperti passando per le varie manifestazioni sportive in cui si sono distinti i nostri alunni. Siamo ripartiti anche con le Avanguardie Educative, un mteodo che promuove le aule disciplinari con i vari dipartimenti della didattica. Il progetto però più importante è sicuramente quello legato all’indirizzo internazionale ovvero al percorso Cambridge International School. Gli studenti e i professori madrelingua sono stati veramente eccezionali, sembrava di essere davvero in una scuola all’estero. I ragazzi si sono applicati attraverso varie esercitazioni linguistiche, spinti da una forte motivazione. I risultati raggiunti sono stati di altissimo livello e questo ha riempito di orgoglio noi e le loro famiglie. Inoltre l’apertura agli standard educativi di altri Pasi europei è stata assicurata dalla ripresa dei progetti di mobilità internazionale come l’Erasmus +, una offerta formativa che i nostri studenti hanno saputo sfruttare nel migliore dei modi.

Il digitale, ormai, fa parte a pieno titolo della scuola. Come si coniuga questo con l’apprendimento degli studenti?

Possiamo dire che il digitale fa parte della comunicazione. Da noi in Convitto è ormai naturale vedere in aula una Lim, dei panel, dei tablet insieme alla penna, la gomma e il quaderno sul banco. La pandemia ha accelerato il digitale in ambito scolastico che a mio avviso può solo completare la didattica. Le scuole possono essere veri e propria ‘crocevia dell’innovazione’, chiamate ad educare al futuro gli studenti, a favorire l’acquisizione di nuove competenze, a ricercare modalità innovative per i processi di apprendimento e di insegnamento. Siamo sempre più convinti che puntare su nuovi metodi didattici sia la chiave per aumentare l’efficacia dell’insegnamento, la preparazione degli studenti e la loro versatilità. Infine per riprendere una citazione di un professore a me molto caro, mi piace parlare più che di intelligenza artificiale di “capacità artificiale”. Siamo stati spesso attenzionati dai media nazionali per il nostro robot che fungeva da avatar del docente durante il lockdown. A settembre 2020 abbiamo acquistato due robot dalla torinese Genius Robotics, alimentati a ioni di litio e con un’autonomia di 18 ore. Una svolta verso un vero e proprio laboratorio di robotica, in grado di sviluppare curiosità e arricchire le conoscenze.

Sempre più docenti sono vittime di aggressioni da parte degli studenti e dei genitori. L’autorevolezza dell’insegnante è in crisi, come migliorare il rapporto scuola-famiglia?

Credo che dovremmo ridare importanza alla scuola in generale, troppo spesso attaccata e stigmatizzata. Una volta nella società, il maestro o la maestra erano figure di riferimento in un paese e in una comunità. Oggi invece la stessa figura del dirigente è un po’ sminuita. Capita nel mondo della scuola di assistere a una delegittimazione dei professori, da parte dei ragazzi o delle famiglie, che genera poi in violenza e rabbia. Educare invece alla responsabilità è uno dei nostri obiettivi, creando un rapporto empatico con i ragazzi, che come spesso capita nel nostro Convitto, si supportano a vicenda.

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