Contributi volontari alle scuole, un preside spiega: “Servono per finanziare attività e dare valore aggiunto alla formazione”

Ogni anno si ripresenta il tema del contributo volontario che le famiglie possono dare alle scuole. Tuttavia, se da un lato le scuole hanno sempre più difficoltà in molti casi a fornire servizi e attività, dall’altro le somme richieste in molti casi diventano vere e proprie quote annuali che gli istituti chiedono ai genitori.
Anche su Fanpage.it si parla del tema e si sottolinea proprio il fatto che, pur non essendo un contributo obbligatorio, viene presentato però indispensabile dalle scuole.
Ad esempio si riporta il liceo Paolo Sarti di Bergamo dove il dirigente scolastico Antonio Signori ha scritto ai genitori che “i contributi che lo Stato ci assegna garantiscono i servizi essenziali” ma non permettono di offrire altre iniziative che danno un “valore aggiunto alla formazione“.
Così, il DS ha chiesto “un gesto di generosità e soprattutto di responsabilità collettiva“, per “permettere al liceo di continuare a garantire alcune attività che ne qualificano in misura determinante l’offerta formativa“.
Lo scorso anno scolastico, ha spiegato il preside, i versamenti volontari dei genitori sono stati impiegati per finanziare servizi come lo sportello psicologico per gli studenti, i contratti per la manutenzione di impianti e macchine di lavoratorio, oltre ai vari prodotti necessari per la didattica, come i toner per stampanti, ma anche l’acquisto di libri e software per l’insegnamento.
Ricordiamo che il contributo volontario è una somma aggiuntiva che si somma, solitamente, alle tasse scolastiche dovute dalla famiglia in sede di iscrizione che va a coprire tutta una serie di costi aggiuntivi che la scuola sostiene.
Le famiglie, inoltre, devono essere informate preventivamente sulla destinazione del contributo volontario che sono chiamate a pagare per sapere quali sono le attività che andranno a finanziare.
Si tratta, quindi, e lo dice il nome stesso, di una somma che si versa volontariamente e non obbligatoria. Mentre le tasse scolastiche devono essere pagate (ma solo dal quarto anno in poi, visto che fino a 16 anni la scuola è obbligatoria e gratuita).