Contributi che mancano alla pensione, si possono pagare tutti insieme?

Si possono versare contributi volontari per raggiungere i requisiti pensionistici, ma non in un’unica soluzione.
Molto spesso i lavoratori, pur non avendo raggiunto il diritto alla pensione, vogliono lo stesso smettere di lavorare e decidono di continuare a versare i contributi mancanti di tasca propria. La cosa è permessa dalla normativa, ma ci sono delle precise condizioni da rispettare.
Rispondiamo alla domanda di una nostra lettrice che ci scrive:
Buongiorno, sono nata il 18 ottobre 1965 al 30 giugno 2023 ho maturato 38 anni di contributi tutti versati nel comparto scuola. Se decidessi di dare le dimissioni volontarie posso pagare i contributi che mancano per un anticipo pensionistico? Se si potrei pagare in unica soluzione e accedere quindi alla pensione? Grazie
Contributi per la pensione e versamenti volontari
Se lei decidesse di smettere di lavorare ora che ha 58 anni e 38 anni di contributi, certamente potrebbe chiedere all’Inps l’autorizzazione per proseguire i versamenti contributivi con i contributi volontari a totale carico del lavoratore. I contributi volontari, però, non possono essere versati in un’unica soluzione per i circa 4 anni che le mancano per raggiungere il diritto alla pensione anticipata ordinaria.
I contributi volontari vanno versati trimestre per trimestre e, quindi, per versare i 4 anni mancanti impiegherebbe, appunto, 4 anni. L’unico modo per versare i contributi tutti insieme e pagarli in un’unica soluzione (o anche a rate se lo si desidera) è in caso di riscatto. Se ha anni di studio che può riscattare, in quel caso i contributi da riscatto possono essere pagati e valorizzati anche in un’unica soluzione. Nel caso dei volontari, per la prosecuzione dei versamenti, invece, questa strada non è percorribile e se la sceglie dovrà effettuare i pagamenti ogni trimestre andando a coprire quello appena trascorso.
Il discorso in questo senso è abbastanza semplice: i contributi devono riferirsi ad un determinato periodo e lei non può far valere nel 2023 contributi che vanno a coprire, ad esempio, 2024, 2025, 2026 e 2027 perché sono periodi che non possono essere riconosciuti in quando ancora non trascorsi. Per il passato, invece, si possono valorizzare solo periodi che non siano già coperti da contribuzione.
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