Contratto Statali, Corte dei Conti: incrementi solo tabellari e poco spazio al merito. Aumenti potevano essere inferiori al 3,48%

La Corte dei Conti ha espresso un giudizio decisamente negativo sul Contratto degli Statali, definendolo “deludente” in riferimento ad una retribuzione in grado di premiare il merito e incentivare produttività ed efficienza nel pubblico impiego.
Ne parla “adnkronos.it”
Il CCNL, scrive la Corte, prevede incrementi quasi esclusivamente tabellari lasciando poco spazio al merito, diversamente da quanto stabilito dal decreto n. 150/09.
La Corte, inoltre, definisce gli importi, necessari a garantire l’aumento degli stipendi pari al 3,48%, superiori a quelli previsti nel caso in cui si fosse applicato l’indice Ipca o il tasso di inflazione programmato“.
La Corte dei Conti, infine, pur certificando la compatibilità economica del Contratto, evidenzia che, considerata la mancanza di un predefinito parametro di riferimento, la verifica della compatibilità economica dei costi contrattuali si rivela, pertanto, di non facile percorribilità.
Vedremo quale sarà il responso della Corte riguardo al CCNL del comparto Scuola, o meglio Istruzione e Ricerca, che, dopo il via libera del Consiglio dei Ministri, deve adesso passare al vaglio proprio della stessa.
Ricordiamo che nel caso della Scuola, al fine di garantire l’aumento medio mensile lordo di 85 euro, è stato introdotto il cosiddetto elemento perequativo (per il solo 2018), perché il meccanismo dell’incremento del 3,48% avrebbe garantito l’aumento medio predetto soltanto a coloro i quali percepiscono stipendi alti, tra i quali non rientra sicuramente il personale della scuola