Contratto scuola, nuovo round all’Aran per il rinnovo: poche speranze per avere altre risorse. Si parte da 50 euro di aumento. I dettagli

Riprenderà questo pomeriggio alle 15 la trattativa all’Aran per quanto concerne il rinnovo contrattuale del personale docente e Ata: se da un lato quella del 20 luglio potrebbe essere un’ultima chiamata per avere più risorse dall’altro non bisogna farsi illusioni, anche considerando l’attuale crisi di Governo che potrebbe senza dubbio incidere.
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi voleva chiudere prima della pausa estiva, ma, allo stato attuale, l’accordo è molto lontano.
Le organizzazioni sindacali puntavano ad un adeguamento economico a tre cifre: fino a 300 euro lordi. In realtà non si andrà molto lontani dai 90 euro lordi che, al netto, saranno 50 euro. Si guarda, dunque, alla prossima Legge di Bilancio sperando che il quadro macroeconomico dell’Italia non peggiori.
Cosa può accadere per la parte economica
A disposizione per la parte economica oltre 2 miliardi per un riconoscimento salariale, rispetto al 2018, del 3,8% che tradotto in euro significa 90 euro lordi, dunque 50 euro netti in busta paga.
Al netto delle risorse per gli arretrati (ancora da quantificare), verrebbe ricompreso nell’aumento il cosiddetto elemento perequativo da 11,50 euro medi previsto dal precedente CCNL 2016-2018. In quel caso erano stati garantiti ai docenti aumenti retributivi medi di 96 euro lordi al mese (da 80,40 euro minimi a 110 massimi, in base ad anzianità e grado di scuola).
Marcello Pacifico, presidente Anief, chiedeva un contratto ponte, che però ha visto la frenata da parte delle altre organizzazioni sindacali: “in Aran si discuterà di quegli aumenti che Anief vuole portare a casa subito con in contratto ‘ponte’, superando la posizione attendista degli altri sindacati. Che senso ha, soprattutto, aspettare anche mesi o anni dal momento che i 107 euro lordi medi di aumento e i quasi 3mila euro di arretrati sono già stati stabiliti? Perché non farli avere ai dipendenti della scuola, che devono combattere con un’inflazione che ha superato l’8% di incremento nell’ultimo periodo e non gli permette di arrivare a fine mese, per via del caro energie ed in generale dell’aumento esponenziale del costo della vita?”.
I sindacati non sono comunque ottimisti, come hanno spiegato nei giorni scorsi ad Orizzonte Scuola: “Non posso non essere preoccupato, perché noi speravamo di ottenere da questo Governo risorse aggiuntive per il rinnovo contrattuale. Così, sarà difficile poter proseguire con la legge di bilancio. La situazione non è certamente positiva da questo punto di vista“, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore generale della Gilda degli insegnanti, a proposito della crisi di Governo che potrebbe ridurre ulteriormente le speranze dei lavoratori della scuola.
“Una situazione abbastanza disarmante, accontentarsi di 50 euro di aumento salariale è uno schiaffo alla categoria, il momento è delicatissimo, ci auguriamo che la crisi di governo si risolva nel più breve tempo possibile”, aveva detto nei giorni scorsi ad Orizzonte Scuola Elvira Serafini, segretaria generale Snals Confsal.
Cosa potrebbe cambiare per i docenti
Per quanto riguarda il comparto docenti, tra le proposte governative c’è quella di contrattualizzare la didattica a distanza, evidenziando la necessità di normare il tempo di lavoro, oltre che la sicurezza o il diritto alla disconnessione.
L’atto di indirizzo prevede novità per i coordinatori di classe, dipartimento o tutor dei neoassunti. Si pensa di valorizzare tali figure senza che ciò, però, causi aumento di ulteriori oneri per lo Stato.
Altro capitolo di grande importanza è la formazione obbligatoria: gli insegnanti si dovranno formare costantemente e le competenze dovranno essere “premiate”. L’ipotesi di atto di indirizzo chiede una vera e propria rivoluzione copernicata, con obblighi ma anche concessioni: come ad esempio la formazione durante le ore di servizio e la remunerazione delle competenze acquisite. Su questo punto occhi puntati anche alla riforma del reclutamento, il decreto 36 attualmente in discussione al senato.
Cosa potrebbe cambiare per il personale ATA e Dsga
Per quanto riguarda il personale ATA, invece, l’atto di indirizzo prevede la contrattualizzazione del lavoro agile che potrà essere alternato a quello in presenza. Nel contratto dovranno essere definite le modalità in cui ciò potrà avvenire, disciplinando, in particolare, i diritti e e relazioni sindacali, a formazione specifica, la predisposizione e utilizzo dei dispositivi, la salute e sicurezza, del tempo di lavoro e di reperibilità, il diritto alla disconnessione, dei rientri.
Un capitolo a parte sarà la riformulazione degli ordinamenti e la revisione stipendiale, per quanto concerne i compiti del personale Ata e la valorizzazione dei Dsga. A tal fine saranno stanziate risorse aggiuntive, non superiori allo 0,55% del monte salari 2018.