Contratto di lavoro 2022-24, Valditara dice che l’atto di indirizzo è ormai definito. Anief è pronta ad avviare il confronto ma occorre uno sforzo preliminare dalla parte pubblica

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Si avvicina il confronto tra sindacati e parte per definire il nuovo contratto collettivo di lavoro: durante un convegno svolto oggi a Roma, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha detto che è praticamente “pronto l’atto di indirizzo per il nuovo contratto” aggiungendo che l’amministrazione “intende eliminare il docente incentivato, che la Commissione Europea ci ha dato ampi margini” e che si intende “valorizzare invece” le figure del “docente tutor e orientatore”.

Il sindacato Anief, dopo la positiva risoluzione, lo scorso gennaio, del contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 per il quale in questi giorni si è avviata la sequenza contrattuale, apprende certamente con animo positivo l’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito sul prossimo avvio di trattativa riguardante il Ccnl 2022-2024. Ma annuncia anche che preliminarmente all’avvio della trattativa serve più di qualcosa.

“Prima dell’atto di indirizzo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – lo Stato sarebbe bene che tuteli mensilmente le retribuzioni dei lavoratori rispettando la legge applicando una indennità di vacanza contrattuale in linea con quanto previsto dalle norme vigenti: da una prima stima, rispetto alla proposta dei 160 euro di aumento, mancano ancora quattro volte il soldi di arretrati a dicembre, pari a migliaia di euro, e quattro volte di aumenti mensili, pari a 240 euro mensili. Per questo motivo i nostri ricorsi rimangono in vita e, anzi, vengono rilanciati”.

“Messa a posto quella situazione – dice ancora Pacifico – , a quel punto saremo pronti e consapevoli che questa tornata contrattuale dovrà migliorare quella passata: ci siamo posti diversi obiettivi da raggiungere, sia per valorizzare il personale, introducendo ulteriori figure professionali e forme di carriera, sia migliorando le norme a tutela dei diritti dei lavoratori docenti e Ata, sia incentivando di più il personale, con indennità adeguate, ricordando sempre che occorre assolutamente pareggiare almeno l’inflazione e ripartire poi con un aumento che si possa denominare tale. Se questi sono i presupposti e gli obiettivi anche di chi amministra la scuola, allora vorrà dire che parleremo la stessa ‘lingua’; in caso contrario, sarà nostra premura non arretrare di un millimetro, perché – conclude Pacifico – su diritti da salvaguardare, professionalità da tutelare e stipendi da aumentare l’ora dell’attesa è finita”.

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