Contratto con il doppio delle ore, perchè lo stipendio non è il doppio?

Perchè se raddoppio le ore di lavoro non raddoppia anche lo stipendio netto? E’ una questione di aliquote, visto che l’IRPEF è una imposta progressiva.
Non sempre è facile comprendere l’andamento dello stipendio e il perchè al raddoppiare delle ore non raddoppia anche la retribuzione. Di fatto la retribuzione raddoppia certamente, ma è da tenere conto delle detrazioni per lavoro dipendente e dell’IRPEF che grava sulla busta paga: le prime diminuiscono ed il secondo cresce al crescere della retribuzione.
Rispondiamo ad una nostra lettrice che ci scrive:
Buonasera,sono una docente di sostegno di scuola secondaria di II grado a T.D. (contratto fino al 30/06/2022 – convocazione da GPS) con un contratto di 18 ore e detrazione al 50% per due figli minori (6 e 8 anni).
Non capisco perchè il mio stipendio dell’anno scorso (contratto fino al termine lezioni di 9 ore su materia) era di circa € 950 e quest’anno è di € 1.640.
L’anno scorso non percepivo il RPD perchè il contratto non era al 30/06 mentre quest’anno lo percepisco, quindi non capisco perchè proporzionalmente quest’anno è inferiore a quello dell’anno scorso. Come mai? In attesa di un vs cortese riscontro porgo cordiali saluti.
Come cambia la busta paga con lo stipendio più alto
E’ bene sapere che la retribuzione netta di un lavoratore non è altro che una somma degli importi spettanti a cui sono sottratte le tasse che gravano sulla busta paga (l’IRPEF).
La retribuzione base, quindi, subisce notevoli oscillazioni a causa delle detrazione per lavoro dipendente (che scendono al crescere del reddito da lavoro) e dell’IRPEF che grava sulla busta paga (la cui aliquota sale al salire del reddito). Appare chiaro, quindi, a chi conosce questo meccanismo, che non sempre al raddoppio delle ore lavorate possa corrispondere uno stipendio netto doppio. Ma cerchiamo di fare chiarezza con un esempio pratico (nel quale non aggiungo le addizionali comunali e regionali poichè varia ra regione a regione e da comune a comune).
Non specificandomi se le retribuzioni che mi indica sono lorde o nette non posso prendere il suo caso specifico come esempio, ma ne prenderemo uno che ci si avvicina molto.
L’esempio con stipendio a 1100 euro lordi
Prendiamo il caso di un lavoratore che presta la sua attività per 20 ore a settimana in part time e percepisce 1100 euro lordi di stipendio mensile. Il reddito complessivo annuo su cui calcolare la tasse sarà dato dallo stipendio lordo moltiplicato per 13 mensilità: ovvero 14300 euro. Su questo reddito complessivo si applica una aliquota IRPEF del 23% (che è per i redditi da 0 a 15mila euro) e l’IRPEF che graverà su questo lavoratore sarà, quindi di 3289 euro.
Lo stesso lavoratore, però, ha diritto anche alle detrazioni per lavoro dipendente, che per redditi da € 8.001 a € 28.000 si calcolano come segue: € 978 + 902 x (28000 – redd.complessivo)/20000. Nel caso del nostro lavoratore, quindi spetteranno detrazioni pari a 1595 euro (978 + 902 x (28000 -14300) / 20000.
Di fatto, quindi, per capire lo stipendio netto è necessario prendere il reddito complessivo (14300) sottrarre l’IRPEF dovuta (3289) e sommare le detrazioni spettanti (1595 euro): il reddito complessivo annuo è pari a 12606 euro che restituisce uno stipendio mensile netto di 969 euro.
Esempio con stipendio a 2200 euro lordi
Se lo stesso lavoratore passa a lavorare a tempo pieno, con 40 ore di lavoro settimanali e con una retribuzione lorda di 2200 euro, il suo stipendio netto non sarà il doppio di quello che otteneva lavorando la metà delle ore.
Il reddito complessivo annuo sarà di 28600 euro l’anno (come può vedere il reddito complessivo è esattamente il doppio rispetto alla situazione precedente) ma in questo caso l’IRPEF è applicata con scaglioni crescenti:
il 23% sui primi 15000 euro : 3450 euro
il 27% sui redditi che eccedono i 15000 fino a 28000 euro (13000 euro): 3510 euro
il 28% sui redditi che eccedono i 28000, ovvero 600 euro: 228 euro
L’IRPEF che in questo caso il lavoratore dovrà pagare è pari a 7188 euro (molto più del doppio rispetto alla prima situazione).
Anche le detrazioni spettanti cambiano, in peggio, poichè per redditi superiore ai 28mila euro si calcolano in base alla seguente formula: 978 x(55000 – redd.complessivo)/27.000 e nel caso dell’esempio spetterebbero nella misura di 956 euro soltanto.
In questo caso lo stipendio netto è necessario è dato dal reddito complessivo (28600) a cui sottrarre l’IRPEF dovuta (7188) e sommare le detrazioni spettanti (956 euro): il reddito complessivo annuo è pari a 23368 euro che restituisce uno stipendio mensile netto di 1720 euro.
Spero di aver chiarito la situazione considerando che quello fatto è solo un esempio, ma può tranquillamente applicare il tutto alla sua situazione sottraendo dal reddito complessivo anche le eventuali addizionali regionali e comunali oltre all’IRPEF.
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