Conduzione delle assemblee di classe e dei colloqui individuali: un esempio di protocollo per gestire i rapporti scuola-famiglia

Le assemblee di classe sono finalizzate alla costruzione del patto formativo necessario per attivare l’area di collaborazione corresponsabile con le famiglie.
Le assemblee di classe sono preparate in anticipo dai docenti che stabiliscono accordi per:
- Fare chiarezza sulle diverse aree di responsabilità (centratura sull’apprendimento)
- Non sostituirsi nelle aree di responsabilità della famiglia e individuare le modalità per stimolare la discussione con i genitori sulle criticità rilevate
- Avere ben chiaro su quali basi pedagogiche si fanno le richieste
- Scegliere cosa esplicitare ai genitori per comunicare come la scuola intende agire sulle aree critiche individuate e pensare a come coinvolgere i genitori nella ricerca di impegni reciproci
- Trovare strategie per stare sul problema, per non entrare nel personale e in situazioni personali, nel caso di eventuali attacchi o quando vengono presentate questioni che possono provocare irritazione.
Modalità di conduzione
I genitori devono essere coinvolti – si legge nel “Protocollo per gestire i rapporti scuola-famiglia” dell’Istituto Comprensivo “Romeo Fusari” di Castiglione d’Adda (LO) diretto dal dirigente scolastico Dott.ssa Tiziana Rainò – richiedendo esplicitamente la loro presenza alle assemblee per la costruzione di un patto di corresponsabilità. Si porrà attenzione a:
- come condurre
- avere ben chiari quali sono le finalità della scuola contenute nei documenti ministeriali
(orientamenti e programmi), soprattutto per la prima assemblea - scegliere gli argomenti da discutere (ordine del giorno)
- scegliere i contenuti pedagogici/didattici da presentare (pochi, ben definiti) in base a quanto realmente rilevato nel proprio contesto classe (ogni classe ha problematiche
diverse, alunni di diverse età e in ogni contesto si rilevano bisogni diversi ) - presentare a grandi linee il progetto educativo elaborato e fornire informazioni sull’organizzazione scolastica
- permettere la presentazione dei genitori affinché tra loro possano conoscersi (spesso i figli sono amici e i genitori non si conoscono)
- non occupare troppo tempo ma lasciare spazio agli interventi dei genitori
fare il possibile per non raccogliere eventuali provocazioni o attacchi personali ed eventualmente, se non si sa come rispondere, girare il problema al gruppo o prendere tempo per consultarsi con i colleghi o il dirigente - riproporre le problematiche rilevate e i bisogni individuati ai genitori con domande che possano stimolare la discussione
- prendere accordi da monitorare in un tempo d’azione concordato.
Suggerimenti per tematiche educative da trattare con i genitori
- Autonomia: cosa vuol dire nelle diverse età (organizzare il proprio lavoro e materiale, vestirsi, allacciare cerniere e scarpe, preparare la cartella, eseguire i compiti …);
- Ascolto e diligenza: eseguire consegne, collaborare, fidarsi delle richieste fatte dai genitori o dagli insegnanti…;
- Rispetto regole: considerate non come divieto/ordine, ma come “spazio di libertà” che contiene e limita permettendo la sana evoluzione
- Senso di responsabilità: causa ed effetto sul comportamento adottato
- Crescita e maturazione: rispetto del proprio corpo e di quello altrui,…
- Rispetto degli altri: provenienza, disabilità, differenze individuali, opinioni, alimentazione: giusto rapporto con il cibo.
Suggerimenti per la gestione dei conflitti quando c’è l’attacco diretto alla scuola
- Riconoscerli come un indizio di cambiamento/trasformazione della relazione o come stimolo
- Renderli espliciti (disponibili a sé stessi e agli altri)
- Saper stare sul problema, evitando la stigmatizzazione della persona
- Orientarsi verso il futuro cercando aggiustamenti possibili
- Promuovere lo scambio
- Presentare i percorsi di apprendimento che permetteranno agli alunni di raggiungere le abilità programmate (stare sull’apprendimento … )
- Restituire i problemi (responsabilità del genitore).
Colloqui individuali
Il colloquio – si legge nel “Protocollo per gestire i rapporti scuola-famiglia” dell’Istituto Comprensivo “Romeo Fusari” di Castiglione d’Adda (LO) diretto con grande competenza dal dirigente scolastico Dott.ssa Tiziana Rainò – deve essere visto come momento per:
Raccontare l’alunno visto nel gruppo classe
Segnalare ai genitori oggettività riscontrabili attraverso l’uso di domande (es. noi vediamo che suo figlio …, vede anche lei la stessa cosa?) e se c’è riconoscimento del problema da parte della famiglia, avviare il tentativo di costruzione di una regola adeguata per permettere un’evoluzione.
Prendere accordi sulla criticità individuata per darsi un tempo di azione e un tempo di verifica (es. “proviamo a mettere in pratica a scuola e a casa ciò che abbiamo scelto per due mesi e poi ci vediamo per verificare se c’è stata evoluzione”).
In sintesi
Usare il colloquio – si legge nel “Protocollo per gestire i rapporti scuola-famiglia” dell’Istituto Comprensivo “Romeo Fusari” di Castiglione d’Adda (LO) che si allega alla presente – per:
- dare e ricevere informazioni
- porre un problema/area critica dell’alunno o valorizzare l’alunno nel percorso di apprendimento
- fare una richiesta e concordare le aree di responsabilità da verificare nei successivi colloqui
- concordare possibili aree di sviluppo, anche in termini positivi.
Modalità di conduzione del colloquio
- Mantenere atteggiamenti professionali, ricordandosi che si ha un ruolo ben preciso in quanto professionisti ( non “ confessori” o “terapeuti”)
- Preparare collegialmente il colloquio (non può essere improvvisato).
- Far riferimento a dati oggettivi raccolti mediante osservazioni rilevate con modalità concordate da più insegnanti, che permettano di conoscere più a fondo l’alunno e di registrare evoluzioni o regressioni sia dell’apprendimento che del comportamento.
- Annotare gli accordi presi e le informazioni ricevute.
- Essere consapevoli che si hanno di fronte genitori diversi che hanno aspettative e modalità di gestione dei figli diverse. Pertanto, occorre porre attenzione a ciò che si dice e a come si dice, ricordandosi che certe frasi o parole possono ripercuotersi anche negativamente sugli studenti che il giorno dopo sono nuovamente presenti a scuola.
- Cercare delle strategie per dedicare il tempo adeguato.
- Predisporre modalità di co-conduzione dei colloqui dividendosi le mansioni tra chi tiene la conversazione con il genitore e chi annota gli accordi presi al fine di documentare progressi e regressi da monitorare nel tempo.
PROTOCOLLO RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA