Concreta alternativa di vita ai soggetti minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità, scarica il modello di partecipazione

Con la nota del Ministero dell’Istruzione 248 del 25.02.2021, con oggetto “Assicurare una concreta alternativa di vita ai soggetti minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o che siano vittime della violenza mafiosa e ai familiari che si dissociano dalle logiche criminali” si dà avvio al concorso di idee dal titolo “Liberi di scegliere”.
Il concorso è rivolto alle studentesse e agli studenti frequentanti le istituzioni scolastiche secondarie di ogni grado, statali e paritarie, che potranno partecipare con piena autonomia espressiva all’iniziativa, sia come classi, sia come gruppo di studentesse e studenti. Le istituzioni scolastici, per aderire al concorso, dovranno inoltrare la propria candidatura, entro e non oltre il 31 maggio 2021, inviando gli elaborati prodotti, esclusivamente in formato elettronico, all’indirizzo e-mail [email protected], accompagnati dalla scheda tecnica posta in allegato, esplicativa del lavoro e contenente sia i dati anagrafici dei partecipanti, sia i dati della scuola di appartenenza.
I cambiamenti sociali, culturali, economici
I cambiamenti sociali, culturali, economici e le complessità che caratterizzano le società attuali hanno determinato processi di innovazione e trasformazione significativi dei sistemi educativi di tutti i Paesi, rendendo necessario ridefinire il concetto stesso di cittadinanza, di legalità e di democrazia; nei contesti delinquenziali di tipo ‘ndranghetistico della provincia di Reggio Calabria, la “famiglia” criminale coincide con quella biologica e l’indottrinamento malavitoso dei minorenni è radicata consuetudine, necessaria per garantire continuità generazionale e il mantenimento del potere sul territorio.
La famiglia, i minori e la concreta alternativa di vita
Nei contesti indicati la “famiglia” assume un ruolo ‘condizionante” la struttura psichica dei suoi componenti, specie se minori, determinando quei meccanismi di svincolo morale che sostanziano la dimensione criminologica delle organizzazioni di stampo mafioso; occorre, pertanto, assicurare una concreta alternativa di vita ai soggetti minorenni di tali “famiglie” e ai loro congiunti che dimostrino di rifiutare le logiche criminali, aspirando ad una nuova vita conforme ai principi costituzionali e della civile convivenza, anche senza assumere lo status di collaboratori o testimoni di giustizia. Occorre assicurare una concreta alternativa di vita anche ai minorenni e ai relativi nuclei familiari che siano vittime della violenza mafiosa, quando non sussistono i presupposti normativi per l’ammissione alle speciali misure di protezione.
Proteggere l’infanzia e la gioventù
In ossequio ai principi di cui agli artt. 2, 3 e 31 della Costituzione., è preciso compito dello Stato – e delle proprie diramazioni istituzionali – proteggere l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo, e intervenire a tutela dell’integrità fisica e sociale dei minori, mediante interventi volti alla salvaguardia di reali opportunità esistenziali che consentano una effettiva integrazione (o reintegrazione) nel tessuto sociale, mediante il ripristino di valori collettivi condivisi.
Gli Uffici Giudiziari del Distretto della Corte di Appello di Reggio Calabria, in un’ottica di lettura omnicomprensiva del fenomeno di tipo ‘ndranghetistico strutturato su base familiare, hanno programmato un innovativo circuito comunicativo e delle prassi giudiziarie condivise, al fine di consentire al Tribunale per i Minorenni ed alla Procura della Repubblica presso lo stesso Tribunale di individuare, nei casi di concreto pregiudizio, una strategia educativo-culturale volta alla rimozione di un modus vivendi criminale, insito per ‘vocazione’ generazionale nelle famiglie considerate.
Le reali opportunità di crescita e di realizzazione personale ai ragazzi delle famiglie mafiose
La necessità di un temporaneo allontanamento e/o di percorsi rieducativi mirati, disposti attraverso le misure previste dagli artt. 330 e ss. del codice civile e dall’art. 25 del R. D.L. 1934 n.1404, diventa l’unica via possibile per offrire – nelle situazioni di grave e concreto pregiudizio – delle reali opportunità di crescita e di realizzazione personale ai ragazzi delle famiglie mafiose; l’efficacia di tali delicati provvedimenti non può che passare per un adeguato accompagnamento dei minorenni e dei familiari coinvolti che, allontanati o meno dal territorio di pr6venienza, necessitano di uno specifico supporto psicologico e di adeguati sostegni educativi, sociali ed economici.
Supporto e sostegno al percorso educativo-assistenziale
Ogni intervento di supporto e sostegno al percorso educativo-assistenziale deve irrimediabilmente delinearsi in base alle caratteristiche psicologiche e alle necessità esistenziali del singolo minore, onde adeguare la rete operativa alle specificità di inserimento e adattamento dello stesso; la sola rete pubblica (socio-sanitaria e educativo-assistenziale) può, in alcuni casi specifici, non essere efficace nella realizzazione di interventi programmati dal tribunale per i minorenni che, per la peculiarità e complessità del fenomeno, necessitano di un diverso e più intenso approccio, da realizzarsi secondo una strategia mirata che preveda l’integrazione delle risorse pubbliche con quelle del privato sociale, su base nazionale.
Il Ministero dell’Istruzione e i minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata
Il Ministero dell’Istruzione garantisce a tutti, minori di età e adulti, il diritto all’istruzione con l’obiettivo di favorire e sostenere il successo formativo di ciascuno e di contrastare ogni forma di disagio e di discriminazione, in continuità con gli interventi pregressi in materia. Inoltre, favorisce le autonomie scolastiche e la loro interazione con le Istituzioni pubbliche, gli altri Ministeri, le autonomie locali, i settori economici e produttivi, gli enti pubblici e le associazioni, per la definizione e la realizzazione di piani formativi integrati specifici che possano rispondere alla complessità e alle urgenze individuali e collettive dei soggetti interessati e coinvolti. Infine, promuove nelle istituzioni scolastiche, anche all’interno delle strutture detentive minorili, interventi di supporto alla convivenza civile e all’impegno giovanile al fine di favorire la costruzione dell’identità personale e la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri in una comunità sociale e civile in cui il valore della solidarietà trova espressione anche nelle forme di contribuzione partecipata e volontaria.
La nota ministeriale
La nota ministeriale allegata fa presente che “è noto come il modello ed il mito della figura del criminale siano sempre più diffusi tra le giovani generazioni, con effetti devastanti sulla vita dei ragazzi sotto il profilo personale, sociale, psicologico, economico, politico ed ambientale. Pertanto, appare di grande importanza la promozione di attività di sensibilizzazione, come la visione di film tematici, la lettura commentata di libri, l’organizzazione di incontri con vittime dei reati e imprenditori che sono cadute vittima di estorsione o con ragazzi che sono riusciti ad affrancarsi dalla vita criminale, unitamente ad ogni genere di attività che possa stimolare riflessioni sul progetto “Liberi di scegliere” e sui fenomeni criminali”.
Concorso nazionale “Liberi di scegliere” A.S. 2020/2021
La nota ministeriale contiene in allegato il bando del concorso nazionale “Liberi di scegliere” che “si propone di sensibilizzare le studentesse e gli studenti italiani sugli effetti prodotti dal contesto sociale in cui si cresce e su quanto possa influenzare il futuro, stimolando una riflessione sull’importanza della libertà di scelta, partendo dalla visione del film “Liberi di scegliere”, promosso dalla Rai, diretto da Giacomo Campiotti, sul tema della ’ndrangheta. Così come il film, anche il presente Concorso è ispirato all’impegno del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria e delle altre Istituzioni dello Stato che per prime hanno avuto l’intuizione e il coraggio di portare avanti un progetto che permettesse di allontanare dalle famiglie mafiose i minori a rischio, sottraendoli così ad un destino che quasi certamente li avrebbe portati a seguire le orme dei padri e nello stesso tempo offrendo loro la possibilità di conoscere un altro modo di vivere. Il concorso si prefigge di suscitare nelle giovani generazioni occasioni di confronto sul vero valore della vita e della libertà di scelta, dimostrando che il futuro non è già scritto e che si può essere protagonisti della propria vita nella consapevolezza che la delinquenza appare un destino inesorabile a chi nasce e vive in certe realtà familiari”.
Circolare Concorso Liberi di scegliere
Nota ministeriale – m_pi.AOODPPR.REGISTRO-UFFICIALEU.0000248.25-02-2021