Concorso straordinario ter, prossimi giorni decisivi per lo sblocco della procedura. Gli ultimi aggiornamenti

L’imminente reclutamento di 70.000 docenti di scuola secondaria, come delineato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), porta con sé una sfida temporale non indifferente, con una deadline fissata per il 31 dicembre 2024.
La situazione si fa ancor più tesa alla luce dell’imminente incontro con la Commissione Europea, previsto per domani, giovedì 19 ottobre, durante il quale saranno discussi i dettagli relativi al concorso e altri temi correlati.
Nonostante la normativa in oggetto rappresenti l’applicazione di una regola già approvata dalla Commissione Europea, l’attesa per il via libera da Bruxelles è palpabile. In bilico vi è anche la prima scadenza cruciale fissata per il 2023.
Il primo concorso, mirato a coprire circa 45.000 posti, sarà seguito da un secondo concorso per almeno 30.000 posti nella prossima primavera. Entrambi i concorsi si inseriscono nella fase transitoria del nuovo reclutamento, destinata a culminare il 31 dicembre 2024. I candidati ammissibili saranno coloro che hanno accumulato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque, con almeno un anno nella specifica classe di concorso.
Durante la fase transitoria, verranno ammessi anche i candidati con 24 crediti formativi universitari acquisiti entro ottobre 2022 o i primi 30 cfu dei 60 previsti dalle nuove regole. È importante sottolineare che, al termine del primo concorso, nessun candidato avrà ancora completato i 30 cfu necessari per l’abilitazione, la cui scadenza è stata fissata al 28 febbraio 2024 dal DPCM.
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Il timing previsto evidenzia una partecipazione differenziata ai concorsi: nel 2023, i precari con tre anni di servizio e quelli con 24 cfu; nel 2024, si aggiungeranno gli aspiranti docenti con 30 cfu; dal 2025, saranno validi solo i 24 e i 30 cfu, ma si potrà partecipare solo con tre anni di anzianità di servizio o con l’abilitazione conseguita a seguito dell’acquisizione di 60 cfu.
La normativa prevede che i candidati completino il proprio percorso formativo dopo il superamento del concorso e prima della conferma in ruolo, con 30 cfu nel caso dei precari e di chi ha già acquisito i primi 30 “nuovi” cfu, e con 36 cfu nel caso di chi ha i “vecchi” 24 cfu.
La normativa richiede che i candidati completino il proprio percorso formativo post-concorso, prima della conferma in ruolo. Data l’urgenza nell’attuare 70.000 assunzioni, esiste la possibilità di una proroga del termine del 31 dicembre 2024, previa intesa con la Commissione Europea. Un’altra opzione prende in considerazione tale data come termine ultimo per bandire i concorsi, non per completare l’assunzione a tempo indeterminato, processo che richiede sia il completamento dei cfu sia il superamento dell’anno di prova.