Concorso Straordinario ter, le scuole paritarie chiedono al Ministero chiarimenti sull’emendamento che equipara i 36 mesi di docenza in una scuola paritaria a quelli nella statale

Durante il recente convegno “A cosa serve la scuola?”, organizzato a Milano dal network di associazioni “Ditelo sui tetti”, è stato annunciato un emendamento per equiparare i 36 mesi di insegnamento in una scuola paritaria a quelli nella scuola statale, ai fini della partecipazione al prossimo concorso straordinario del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’assunzione di 35mila docenti
Il mondo delle scuole paritarie ha accolto la notizia con interesse ma anche con una certa preoccupazione. Se da un lato l’equiparazione dei periodi di insegnamento potrebbe portare a una maggiore valorizzazione del lavoro svolto nelle scuole paritarie, dall’altro si sollevano alcune questioni riguardo alle implicazioni che tale decisione potrebbe avere sul reclutamento dei docenti e sul sistema di formazione iniziale.
Le associazioni di gestori di scuole paritarie, Compagnia delle Opere Educative-FOE e Fidae, assieme ad altre associazioni cattoliche del settore, riunite nel gruppo di lavoro Agorà delle parità, avevano già espresso il loro apprezzamento per la riforma introdotta con il DL 36/2022, che prevede una netta separazione fra titolo abilitante alla professione docente e reclutamento nei ruoli della scuola statale. La riforma prevede infatti che l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria sia ottenuta attraverso l’acquisizione di 60 Crediti Formativi Universitari e un esame finale.
Tuttavia, queste associazioni hanno sollevato la questione del periodo transitorio previsto dalla riforma, che prevede agevolazioni per il reclutamento nella scuola statale, ma non per chi insegna già da anni nelle scuole paritarie. A loro parere, l’ingiustizia non sta nell’equiparazione delle carriere per il concorso, ma nel fatto che un docente di scuola paritaria debba partecipare ai concorsi ordinari per il reclutamento nello stato al fine di ottenere un titolo idoneo.
Le scuole paritarie quindi chiedono un percorso certo per ottenere il titolo abilitante previsto dalla Legge 62/2000, più snello per chi vi lavora già da anni e l’attuazione piena della parità economica per le famiglie che iscrivono i figli in queste scuole.