Concorso straordinario, si riparte nonostante il covid: a seguire i concorsi ordinari, quello sul sostegno e di religione cattolica

Riparte il concorso straordinario e con esso le speranze di poter partire nel giro di poco tempo con gli altri concorsi per docenti: prima di tutto i concorsi ordinari infanzia e primaria e quello per la scuola secondaria, che sono in stand by da mesi. Ma c’è grande attesa per il nuovo concorso riservato agli specializzati sul sostegno, la novità introdotta con l’ultima legge di bilancio. Infine, il concorso di religione cattolica, che dopo quasi vent’anni, torna per immettere in ruolo
Concorso straordinario: dal 15 al 19 febbraio gli ultimi 4 giorni di prove
La procedura concorsuale “più urgente” è senz’altro il concorso straordinario scuola secondaria: partito ad ottobre scorso e bloccato a novembre a causa della pandemia, è stato sbloccato proprio pochi giorni fa dall’ultimo Dpcm: “È possibile lo svolgimento in presenza delle prove concorsuali selettive, con un numero di candidati non superiore a 30 per ciascuna sessione o sede di prova”, recita il Dpcm del 14 gennaio.
Le prove del concorso straordinario si svolgeranno fra il 15 e il 19 di febbraio, con una media di 10 candidati per aula, dunque nei limiti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 gennaio 2021.
Come per le prove già svolte, i candidati che abbiano presentato domanda per le regioni per le quali è disposta l’aggregazione territoriale delle prove, espleteranno le prove concorsuali nella regione individuata quale responsabile della procedura concorsuale.
L’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati, è comunicato dagli USR responsabili della procedura almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato nei rispettivi Albi e siti internet. L’avviso ha valore di notifica a tutti gli effetti.
Concorso ordinario infanzia e primaria e scuola secondaria
Per quanto riguarda i concorsi ordinari per la scuola dell’infanzia e primaria e per la secondaria di primo e secondo grado, non c’è ancora una data esatta e in ogni caso si dovrebbero svolgere entro il 2021, con una forte ipoteca sulla possibilità di poter concludere le procedure in tempo utile per le immissioni in ruolo dell’anno scolastico 2021/22.
Nonostante ciò le domande rimangono cristallizzate al 31 luglio 2020, per cui non è possibile cambiare regione o inserire diversa classe di concorso né è tantomeno permesso ai neolaureati della sessione autunnale di presentare la domanda.
La prima operazione degli Uffici Scolastici sarà quello di stabilire, in base al numero delle domande pervenute, per ogni classe di concorso e regione, se sarà necessaria o meno la preselettiva per i due concorsi ordinari.
Ricordiamo infatti che la prova preselettiva si svolgerà infatti qualora a livello regionale e per ciascuna distinta procedura, il numero dei candidati sarà superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso e, comunque, non inferiore a 250.
Concorso straordinario sostegno
La grande novità del 2021 sarà però il concorso riservato agli specializzati sul sostegno: la legge di Bilancio 2021 approvata alla Camera infatti prevede un piano pluriennale di immissione in ruolo di 25 mila docenti di sostegno, da un alto e una innovativa procedura concorsuale per reclutare docenti specializzati sul sostegno.
Sarà un decreto del Ministro dell’Istruzione a disciplinare la nuova procedura, che comunque avrà cadenza biennale.
E, sempre ogni due anni, le graduatorie potranno essere integrate e il punteggio dei candidati presenti in graduatoria sarà aggiornato sulla base dei nuovi titoli conseguiti nel frattempo. La prova (o le prove) sarà selettiva.
Si prevedono a tal proposito max 60mila candidati, ossia i docenti specializzati attualmente inseriti nelle GaE, nelle graduatorie di istituto e che stanno frequentando i corsi di specializzazione.
Concorso sostegno: sarà ogni due anni, con graduatorie aggiornabili con nuovi titoli
Sempre a proposito di sostegno, ricordiamo che in base a quanto riporta l’atto di indirizzo della Ministra Azzolina, è prevista la creazione di un classe di concorso ad hoc.
Nell’atto di indirizzo si legge infatti “È inoltre necessaria, al fine di accrescere la motivazione e la competenza dei docenti di sostegno, garantendo agli alunni con disabilità la continuità didattica e la stabilità relazionale cui hanno diritto, la creazione di una nuova classe di concorso ad hoc, cui si acceda attraverso procedure concorsuali specifiche e sistematiche nel tempo.” Dunque si tratta di un’idea che non ha ancora tempi precisa ma che, una volta realizzata, riguarderà sia i docenti precari che di ruolo.
Concorso religione cattolica
Infine, dopo quasi 20 anni, torna il concorso per insegnanti di religione cattolica: Il 14 dicembre 2020 è stata siglata l’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI per far partire il nuovo concorso di religione cattolica, previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19.
Il requisito principale di accesso è il possesso per i candidati della certificazione dell’idoneità diocesana: “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso”.
Tuttavia, il testo dell’intesa ricorda che i posti messi a bando nella singola Regione per il “personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’Ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione” corrispondano a quanto stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019“.
La legge specifica infatti che dei posti messi a concorso, una quota non superiore al 50 per cento potrà essere riservata al personale docente di religione cattolica, sempre in possesso del riconoscimento di idoneità diocesana, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.